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Assemblea Generali, la “prima” ufficiale da ceo per Donnet

Molte novità all’assemblea annuale degli azionisti della compagnia. Ecco quali

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"Sono molto soddisfatto della scelta fatta dal Comitato nomine: Philippe Donnet e Alberto Minali sono un'accoppiata vincente che confido guiderà con successo il gruppo". Così sono stati accolti, all'assemblea annuale degli azionisti della compagnia, che vede il manager francese alla ‘prima ufficiale’ nella nuova carica di ceo group, dal presidente di Generali, Gabriele Galateri di Genola. Diversi i temi in agenda emersi dal vertice in programma alla Stazione Marittima di Trieste, iniziato in mattinata. A partire dalle nuove sfide poste dal mercato assicurativo e dallo scenario economico volatile. “Richiedono un percorso preciso – ha esordito Donnet –. Innanzitutto una maggiore disciplina tecnica e gestionale per raggiungere l'eccellenza operativa. In altre parole, fare meglio il mestiere di assicuratore con costi sempre più bassi e farlo meglio non solo di quello che stiamo facendo oggi, ma anche meglio dei nostri concorrenti". E ciò “dovremo farlo in un clima di prosperità e successo non solo nei numeri, ma anche nelle persone”, ha aggiunto il ceo. 

L’attenzione alla rete
Consolidare "il rapporto con le reti distributive, in particolare con i nostri agenti che hanno un ruolo centrale". Questo uno degli obiettivi principali citati dal group ceo di Generali, Philippe Donnet - nel suo discorso all'assemblea - per fare in modo che la compagnia possa raggiungere gli "obiettivi sfidanti" che si e' posta.

Il rapporto con Greco, definito “uomo d’onore”, e gli ex 
Sul rapporto con l’ex ceo Mario Greco spunta un accordo di riservatezza: "E’ prevista una clausola di riservatezza che gli vieta di divulgare qualsiasi informazione riservata. Greco è uomo d'onore e non c'è da pensare a cose di questo genere". Così ha replicato Galateri a un socio che durante l’assemblea ha espresso preoccupazione sul fatto che Greco, passato a Zurich, potesse passare informazioni riservate alla concorrenza. Intanto è emerso che non è scatta nessuna class action nei confronti dei passati vertici delle Generali, ma verso l'ex-ceo Giovanni Perissinotto e l'ex-cfo Raffaele Agrusti sono ancora in corso le pendenze in sede giuslavoristica, ha precisato il presidente. 

Minali, nessuna società in paradisi fiscali 
In merito ai timori, espressi da un socio, su eventuali rapporti con lo studio legale delle Bahamas al centro dello scandalo di evasione fiscale emerso con l’affaire Panama Papers ha fugato ogni dubbio il direttore finanziario Alberto Minali: "lo studio Mossack Fonseca non è tra i fornitori di Generali e non risulta nessuna fattura a suo favore". Ed ha aggiunto: La nostra scelta non e' quella di andare nei paradisi fiscali, ma a volte c'e' anche li' del business. Non ne ricaviamo pero' alcun vantaggio fiscale. Tutto e' tassato in Italia. Minali ha poi puntualizzato citando in particolare i presidi in alcuni 'paradisi' di controllate come Europ Assistance precisando “che comunque la presenza nei centri offshore e' stata drasticamente ridotta nel corso del 2015 anche per la cessione della svizzera Bsi che ha varie articolazioni in quei Paesi”. 

Sospesa l’operazione di vendita degli immobili per 1 miliardo 
L’assemblea è stata anche l’occasione per affrontare l’operazione cosiddetta 'Stardust': ossia il piano con cui Generali mirava a vendere immobili in Europa per un miliardo di euro. L’operazione è stata sospesa ha affermato Philippe Donnet. La decisione è maturata all’interno del Comitato investimenti. Al quesito se la vendita fosse stata all’origine delle dimissioni del ceo di Generali Real Estate, Christian Delaire, il ceo del gruppo assicurativo, ha chiosato che si è trattato “di una scelta personale”. 

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