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Tagliare gli sprechi dell’assistenza: si può fare

La ricetta presentata da Itinerari Previdenziali nel corso dell’evento organizzato da Arca Sgr, durante il Salone del Risparmio

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Nel contesto attuale, in cui la ricerca di rendimento e la tutela del risparmio devono scontrarsi con la fragile ripresa economica, le pensioni sono sempre al centro del dibattito politico. Il tema è trovare nuove risorse per garantire la flessibilità in uscita, così da attivare un ciclo virtuoso di ingresso-uscita dal mondo del lavoro di giovani e anziani lavoratori. Se n’è parlato, tra i tanti panel e dibattiti, durante la prima giornata del Salone del Risparmio, la tre giorni di incontri organizzata a Milano.  

Nel workshop allestito da Arca Sgr (Il bilancio del sistema previdenziale italiano: scenari per la previdenza complementare) sono stati presentati i principali dati del Terzo rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano, pubblicato a febbraio dal centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali. Dall’analisi emerge chiaramente la difficile sostenibilità, a questi prezzi, della parte assistenziale del sistema previdenziale pubblico. Sebbene il bilancio del sistema pensionistico, fatto di pensioni pagate e contributi versati si sostenga, la spesa assistenziale risulta “eccessiva, spesso fuori controllo e, nel lungo termine, sempre più difficile da sostenere”.  

Secondo Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali, con il contenimento degli sprechi della spesa assistenziale sarebbe possibile trovare risorse per garantire le migliorie necessarie al sistema. Da una razionalizzazione degli sprechi potrà derivare una flessibilità maggiore già dal 2016. “Un’operazione di questo tipo – ha spiegato Brambilla – permetterebbe di verificare le reali situazioni di necessità, separandole da quelle presunte e talvolta infondate. Il risultato sarebbe una stretta sugli sprechi e la liberazione di risorse utili. A questo approccio di verifica e trasparenza andrebbe poi associata un’operazione contabile, mettendo a bilancio gli oneri degli enti locali dei quali a oggi non si conosce la reale entità”. 

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