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Assistenza, un italiano su quattro si rivolge alla famiglia

Segue il ricorso al sistema sanitario nazionale. La fotografia di Unisalute

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Il 28% degli italiani ha avuto bisogno, personalmente o per un parente, di avvalersi di un servizio di assistenza domiciliare nell’ultimo anno. E ciò sia che fosse per un periodo temporaneo, per esempio a seguito di un incidente o di un ricovero, sia in maniera continuativa per dare assistenza ad un anziano o a causa di una malattia cronica invalidante. E’ quanto emerge dall’osservatorio Sanità di Unisalute, nell’ambito dell’indagine Cawi condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2015 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età over 30. 

Nel dettaglio, per quanto riguarda i problemi di non autosufficienza temporanea, il 50% degli italiani, tornati a casa dopo un ricovero o costretti a letto da un infortunio, chiede o chiederebbe aiuto a qualche familiare o parente; il 28% usufruirebbe di servizi di assistenza a domicilio tramite il servizio sanitario nazionale, mentre il 20% sarebbe disposto a pagare una badante o una infermiera rivolgendosi a servizi di assistenza privata. D’altro canto, di fronte a problematiche di non autosufficienza cronica, per cui si richiede un impegno costante e spesso conoscenze specifiche e di conseguenza spese più elevate, il 57% degli italiani opta lo stesso per soluzioni che permettono al malato di continuare ad essere circondato dai propri cari e dall’ambiente domestico: affidandosi anche in questo caso a qualche familiare o attraverso i servizi di assistenza a domicilio offerti dal servizio pubblico, che permettono al contempo di contenere i costi. Il 32%, invece, preferirebbe pagare una infermiera o una badante per un’assistenza continuativa o optare per servizi di assistenza privati. 

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