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Nat cat, ecco cosa ci ha insegnato Katrina

A dieci anni dall'uragano che ha devastato New Orleans, Agcs pubblica uno studio sul passato, presente e futuro delle gestione degli eventi estremi connessi alle tempeste

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Sabato prossimo, 29 agosto, cadrà la ricorrenza dei 10 anni dell'uragano Katrina, che si abbatté sulle coste americane del Golfo del Messico e che costò la vita a oltre 1800 persone. L'uragano è ricordato soprattutto per la quasi totale distruzione di New Orleans, la principale città della Luisiana, inondata per l'80%. 

In quel  2005, secondo uno studio pubblicato da Allianz Global Corporate & Specialty (Hurricane Katrina 10: catastrophe management and global windstorm peril review), 4.000 persone sono morte nella stagione degli uragani, 125 miliardi di dollari sono stati i danni complessivi ma le richieste di indennizzo sono ammontate appena a 1,7 milioni. L'uragano Katrina è stato il più grave in termini di costi economici e vite umane della storia degli Stati Uniti. 

Tuttavia, ricorda Agcs, le perdite dovute a gravi tempeste non avvengono solo nel nord America: negli ultimi anni, oltre 50 Paesi hanno subito importanti perdite. A dieci anni da Katrina, anche se la consapevolezza della gestione dei rischi aziendali di fronte alle catastrofi è aumentata, è necessaria una maggiore attenzione nella revisione della gestione dei rischi pre e post evento. La pianificazione della continuità aziendale e le esposizioni indirette alla catena della fornitura sono aree che necessitano di maggiore attenzione, secondo quanto scrivono gli analisti di Agcs. 

Da un'analisi di oltre 11 mila richieste di indennizzo ad Agcs, nel periodo 2009-2013 si sono registrate più di 400 richieste di indennizzo dovute alle tempeste, che sono la quinta tra le 10 cause principali di perdite per le aziende, circa il 40% di tutte le perdite per rischi naturali per numero di indennizzi, e il 26% per valore.
Gli Usa recitano la parte del padrone, tanto da rappresentare quasi la metà (il 49%) degli indennizzi globali, seguiti da Europa (19%), Asia (6%) e America Centrale (3%). Le perdite in Asia, tuttavia, aumenteranno in modo esponenziale nei prossimi 50 anni, a causa di un aumento di esposizione che sta superando di gran lunga l'accesso alla copertura assicurativa. 

Ma cosa si può fare per prevenire gli effetti più gravi delle catastrofi naturali legati alle tempeste? Secondo Agcs esistono quattro aree essenziali per la riduzione delle perdite dovute a uragani. Il primo punto riguarda la pianificazione pre-uragano, con lo sviluppo e il test di un piano complessivo di emergenza; l'ispezione di tetti e delle parti esterne e l'ancoraggio di grandi attrezzature. 
Durante un uragano, poi, il personale di soccorso deve controllare perdite, incendi e danni, mentre dopo l'evento il sito deve essere reso sicuro per prevenire ingressi non autorizzati. Se considerata sicura, deve essere effettuata un'immediata valutazione dei danni.
La gestione della continuità aziendale è essenziale per la gestione globale delle forniture. Le aziende, infine, devono sviluppare e testare piani di continuità aziendale e comunicazione a cascata, oltre che  avere polizze assicurative in un luogo sicuro e accessibile.

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