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La cultura del rischio sta crescendo

Il risk management fa breccia tra le imprese italiane. L'82% dice di considerarlo un fattore di successo e di sviluppo: nel 2013 la pansava così solo il 49%

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Il risk management sembra essere diventato una best practice: la cultura del rischio sembra essersi stesa come un benefico balsamo sulle arretratezze dell’imprenditoria italiana.  
Forse è un po’ presto per cantare vittoria, si dirà, ma alcuni numeri dell’edizione 2015 dell’Osservatorio sul risk management nelle imprese italiane, presentato durante un convegno presso il Politecnico di Milano, sono molto positivi. Le azioni di gestione e prevenzione del rischio sono considerate un fattore di successo e nel 2014 hanno rappresentato un vantaggio competitivo per quasi l’82% delle imprese italiane: un aumento di più di 30 punti percentuali dal dato del 49,5% del 2013. 
Sono soprattutto le medie imprese a fare il salto di qualità nell’adozione di tecniche di contenimento dei rischi, passando dal 50% della rilevazione precedente all’85% dell’analisi attuale, superando anche le grandi imprese, che invece restano al livello dell’82%. 

L’Osservatorio, nella sua edizione 2015, ha avuto anche lo scopo di cogliere le differenze tra Pmi e grandi aziende (quest’ultime coinvolte per la prima volta) in tutte le tematiche della gestione del rischio, soprattutto in relazione alla dimensione. Il quadro generale è quello di una crescita di tutte le variabili, in tutti i settori coinvolti nella ricerca. 

Lo studio, realizzato da RiskGovernance in collaborazione con Anra e Confapi Industria, ha riguardato un totale di 712 imprese distribuite su tutto il territorio nazionale e appartenenti a tutti i settori dell’economia, raggruppate nelle macro aree Servizi, Commercio, Manifattura e Costruzione.

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