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I mancati pagamenti superano i livelli pre-crisi

Segnali di ripresa nel 2015, ma lo scorso anno l’importo degli insoluti medi è stato superiore del 63% rispetto al 2007

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I mancati pagamenti delle imprese italiane dello scorso anno, nel mercato domestico, segnano rispetto al 2013 un calo sia sul fronte della frequenza (-30%) sia della severità (-8%). Per le transazioni commerciali tra imprese italiane ed estere, il calo della frequenza è stato del 16%, mentre, la severità è rimasta stabile (+1%). E a suscitare maggiore preoccupazione sui dati del consuntivo 2014 è il livello degli importi medi che, rispetto al 2007 (pre-crisi), è ancora superiore del 63% sul mercato domestico e del 57% nell’export. È quanto emerge dal report sui mancati pagamenti di Euler Hermes Italia, società del gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione crediti, che ha presentato i dati dell’edizione 2015. Una ricerca trimestrale sui trend dei debiti non onorati delle imprese italiane, condotta su ogni singola regione, comprensiva di un approfondimento per i diversi settori merceologici che ha come base il monitoraggio giornaliero dei pagamenti, tratto dalla banca dati Euler Hermes, costituita da oltre 450 mila aziende.
Ma ecco nel dettaglio i dati rilevati dall’indagine approfondita sull’andamento dei pagamenti. Il deterioramento degli scambi commerciali, come detto, è proseguito anche nel 2014, nonostante alcuni segnali positivi: sia la frequenza sia la severità dei mancati pagamenti hanno invertito il trend, registrando rispettivamente un -30% e un -8% rispetto al 2013. Con riferimento al contesto macro economico pre-crisi, nei confronti del 2007 per  l’importo degli insoluti medi è superiore del 63%. Sul fronte regioni, la Valle d’Aosta è l’unica che ha ancora entrambi gli indicatori dei mancati pagamenti in accelerazione, mentre, Toscana e Trentino Alto Adige raddoppiano la severità degli importi. Nella metà delle regioni italiane si contraggono sia la frequenza sia la severità. Infine, per quanto concerne i diversi settori merceologici, commodities e carta hanno registrato i maggiori insoluti, mentre food e chimica farmaceutica, per il secondo anno consecutivo, migliorano le performance nei pagamenti. 

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