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Liberalizzazioni: un coro di dubbi

Le posizioni di Ania, Isvap e Sna, in audizione al Senato, evidenziano valutazioni critiche soprattutto in relazione all’art. 34. Oltre alle liberalizzazioni, sono indispensabili interventi sistemici che consentano di ridurre le tariffe. Ma anche condizioni che non premino solo chi riuscirà a trovare il modo per aggirare le norme

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Chiarire le norme, evitare gli inganni

Avevano chiesto a gran voce di essere ascoltati e la loro richiesta è stata accolta. I presidenti di Isvap, Ania e Sna sono stati ascoltati in audizione al Senato. La questione principale non poteva che essere il tanto discusso Decreto sulle Liberalizzazioni, che tra i passaggi centrali presenta alcune norme relative al mercato assicurativo.
Il fine del Governo è quello di ridurre i costi dell'assicurazione per i consumatori, attraverso: a) l'inserimento di un nuovo sistema di risarcimento diretto, b) strumenti per aumentare la concorrenza, c) l'abbattimento dei fenomeni fraudolenti che incidono negativamente sulle tariffe dei prodotti assicurativi, in particolare sull'RC auto.

Le criticità dell'articolo 34

Il coro a tre voci è parso in armonia su diversi punti del decreto (scatola nera, lotta alle frodi, risarcimento in forma specifica). Il fronte comune Isvap-Ania-Sna ha però stonato quando si sono cominciate a snocciolare le numerose criticità dell'articolo 34 (Obbligo di confronto delle tariffe RC auto"). La polemica sulla faticosa interpretazione dell'articolo, sulla difficoltà di applicazione per gli intermediari (agenti o non solo?), sui costi che si andranno ad aggiungere a quelli già elevati delle agenzie, è emersa da quando le bozze di decreto sono circolate sui media. Se da un lato tutti concordano sull'eccessiva sproporzione delle sanzioni in caso di violazione della norma da parte di un intermediario, lo Sna, probabilmente la parte più coinvolta dal decreto, ha evidenziato problemi ben più rilevanti.
Isvap e Ania sono d'accordo sul fatto che la norma dell'articolo 34 rischia di introdurre elementi di poca chiarezza sulla natura dell'attività dell'intermediario vincolato da rapporti di esclusiva a una sola compagnia. Il Sindacato Nazionale Agenti, invece, ha inteso far riemergere l'idea iniziale presente nelle prime bozze di decreto: quella cioè di un "plurimandato obbligatorio". Secondo lo Sna sarebbe utile prevedere l'obbligo di informare i clienti con tre preventivi di altre compagnie di cui si possieda il mandato. Inoltre viene proposta l'introduzione di un obbligo per le compagnie a non negare i mandati agli agenti che lo richiedano per poter adempiere alla norma. Interessante infine l'apertura alla collaborazione tra intermediari iscritti nella stessa sezione del RUI. Si richiede poi all'Isvap di predisporre un modello standard con condizioni minime di polizza per poter proporre preventivi uniformi e utili alla comparazione.

Pari condizioni per tutti gli agenti

Dall'audizione al Senato i presidenti, oltre alla soddisfazione di essere stati ascoltati in tempi rapidi, si aspettano che i loro suggerimenti siano accolti. Mentre l'Isvap si è disponibile a collaborare con lo Sna per analizzare in modo specifico le questioni degli agenti, l'Ania ha rimarcato ancora una volta come il mercato assicurativo italiano è minacciato da fattori sistemici che producono un continuo aumento delle tariffe dell'RC auto.
Un supporto allo sviluppo economico al Paese è possibile solo attraverso un decreto sulle liberalizzazioni che proponga interventi di sistema, utili soprattutto per ridurre i costi per i clienti. Forse una maggior concorrenza tra le compagnie porterebbe a maggiori benefici di più ampio respiro. Alcuni agenti, liberalizzazioni o meno, sanno bene che il problema sta nella scelta del modello di agenzia e nella modalità di gestione delle loro imprese. La speranza è che l'intervento di liberalizzazione non crei un mercato in cui verranno premiati coloro che riusciranno a bypassare le norme e a operare come hanno sempre fatto. Il pericolo è evidente a tutti e incombe sulle agenzie, molte già ora in difficoltà economica. Sta al legislatore, in un momento così delicato, offrire a tutti gli intermediari la possibilità di operare a pari condizioni, per far emergere gli imprenditori pronti per un nuovo modello di agenzia.



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