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Legge di Stabilità, le critiche di Ania

Si è tenuta oggi l'audizione del presidente Aldo Minucci di fronte alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato

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Relativamente alla legge di Stabilità attualmente al varo delle Camere, l'Ania condivide e supporta la decisione del Governo di rallentare il percorso di avvicinamento agli obiettivi europei di medio termine, confermando l'impegno a mantenere il disavanzo entro il 3% del Pil. L'associazione tra le imprese assicuratrici condivide l'impianto generale della manovra "che abbina misure espansive a tagli di spesa", sebbene "andrebbe rafforzata l'enfasi sulle privatizzazioni (nella lettera inviata alla UE esse sono previste nella misura di 11 miliardi all'anno per i prossimi tre anni senza però effetti diretti sull'indebitamento ma solo sul debito)" e, soprattutto, al fine di dare maggior credibilità all'azione di spending review, "la riduzione delle spese dovrebbe essere inquadrata in un piano organico di ridisegno del ruolo dello Stato, con particolare riguardo il comparto del welfare". Inoltre, secondo l'Ania, "si potrebbero accompagnare i tagli di spesa con incentivi agli investimenti privati nell'economia italiana, con particolare riferimento a quelli diretti alla realizzazione di opere infrastrutturali".

Fondi pensione, no all'innalzamento dell'aliquota di tassazione

Intervenendo oggi in audizione di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, il presidente dell'associazione, Aldo Minucci, si è però espresso in maniera critica su alcune misure del provvedimento. Una di queste osservazioni riguarda, in particolare, il comma 1 dell'articolo 44 della legge, che prevede l'innalzamento dall'11%1 al 20% dell'aliquota di tassazione sui rendimenti netti delle gestioni annuali delle forme di previdenza complementare, misura che l'Ania valuta "in modo fortemente negativo, dal momento che dà luogo ad un'evidente penalizzazione della scelta previdenziale, sconfessando il patto all'epoca stipulato dallo Stato con i lavoratori e i cittadini che hanno scelto di aderire a tali forme pensionistiche anche sulla base delle campagne istituzionali di sensibilizzazione e delle incentivazioni fiscali riconosciute che verrebbero ora ridimensionate in maniera significativa". Pertanto l'Ania auspica "che il legislatore modifichi radicalmente le previsioni recate dal disegno di legge in commento - ha spiegato Minucci - portando la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione in linea con quella agevolata tradizionalmente vigente in favore dei titoli di Stato, ossia al 12,5%".

Il caso delle polizze di ramo I e ramo III

Sempre in relazione all'articolo 44, ma al comma 28, un altro rilievo avanzato dall'Ania riguarda la prevista misura dell'abrogazione dell'esonero da tassazione, ai fini Irpef della componente finanziaria dei capitali caso morte corrisposti ai beneficiari di contratti di assicurazione sulla vita non esclusivamente stipulati a copertura del rischio di premorienza. "Viene, più precisamente, stabilito che - ha osservato Minucci - per i proventi corrisposti a partire dal 1° gennaio 2015 (art. 44, comma 29), l'esenzione Irpef opera esclusivamente per i capitali percepiti in caso di morte in dipendenza di contratti di assicurazione sulla vita, a copertura del rischio demografico". Anche in questo caso, per l'Ania la misura non è condivisibile, "perché penalizza le decisioni dei cittadini orientate a proteggere, in un'ottica di lungo periodo, le esigenze della famiglia in caso di decesso dell'assicurato". Nel caso di polizze di ramo I e ramo III caratterizzate anche da contenuto finanziario, in caso di premorienza dell'assicurato l'esenzione Irpef permarrebbe "limitatamente alla quota di capitale liquidato corrispondente alla copertura del rischio demografico". La quota di capitale espressione della componente finanziaria della polizza sarebbe, invece, tassata al 26% con le regole ordinariamente applicabili (i.e. base imponibile corrispondente alla differenza tra la suddetta quota di capitale finanziario e la somma dei premi versati). "La misura non è condivisibile - sottolinea Minucci - perché penalizza le decisioni dei cittadini orientate a proteggere, in un'ottica di lungo periodo, le esigenze della famiglia in caso di decesso dell'assicurato".

No al Tfr in busta paga

Quanto alle misure in tema di lavoro, l'Ania esprime in generale "un giudizio positivo sulle disposizioni volte a favorire l'inserimento e il reinserimento di soggetti privi di occupazione nel mondo del lavoro", ma rimarca "preoccupazioni sulla misura del Tfr in busta paga", e la contrarietà alla riduzione dei fondi per la formazione". In questo ambito la proposta dell'Ania è quella di "rendere revocabile alla fine di ciascun anno di sperimentazione l'opzione espressa dal dipendente in merito all'anticipazione in busta paga del Tfr - conclude Minucci - e di allineare la tassazione della relativa rivalutazione annuale a quella vigente per i rendimenti dei titoli di Stato (12,5%)".

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