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Si è spento Antoine Bernheim, ultimo gigante della finanza europea

L'ex presidente di Generali aveva 87 anni. Con Cuccia ha dominato l'economia italiana per quarant'anni

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L'ex presidente di Generali, Antoine Bernheim si è spento oggi a Parigi. Lo riferisce il sito internet del quotidiano francese Le Monde dopo l'annuncio della famiglia del banchiere francese. 

Bernheim è stato presidente del Leone di Trieste dal 1995 al 1999 e dal 2002 al 2010, quando gli è subentrato Cesare Geronzi. Laureato in giurisprudenza, nel 1973 entra a far parte del cda di Generali, nel 1990 è nominato vicepresidente. Il banchiere transalpino ha ricoperto molti ruoli nella sua vita: è stato vicepresidente di Mediobanca ed era membro del consiglio di sorveglianza del gruppo editoriale Le Monde e del cda di Ciments Francais, filiale di Italcementi. Nel mese di aprile, aveva invece lasciato il posto di consigliere d'amministrazione del gigante del lusso Lvmh, conservato per oltre 25 anni.

Bernheim è stato fino all'ultima assemblea degli azionisti di fine aprile, il presidente onorario di Generali. Uno degli ultimi grandi vecchi" della finanza mondiale se ne era andato in polemica con il gruppo che più ha frequentato nella sua vita. Aveva intentato una causa milionaria al Leone e aveva recentemente chiesto che fosse compresa nella sua buonuscita il pagamento dell'affitto della casa di Venezia. Insieme al dimissionato Giovanni Perissinotto e all'ad Sergio Balbinot, il banchiere alsaziano, ha formato per dieci anni un team di altissimo spessore che ha fatto crescere le Generali in Italia e soprattutto all'estero.

Il primo periodo da presidente si era chiuso bruscamente nel 1999 dopo uno strappo con Enrico Cuccia, plenipotenziario di Mediobanca, storico primo azionista del Leone. Bernheim aveva chiamato Gerardo Braggiotti da Mediobanca alla Lazard Freres, la banca d'affari francese che per quarant'anni ha intrecciato i suoi destini con la grande finanza d'oltralpe. In Lazard Freres era stato senior partner dal 1967 al 2000 e quindi fino al 2005 associato di Lazard llc. Dalla sua scuola sono passati imprenditori e finanzieri del calibro di Bernard Arnault, chairman e ceo di Lvmh, Francois Pinault, proprietario di Ppr, e Vincent Bollorè, tra le tante cose vice presidente di Generali. Bernheim era subentrato al grande partner carismatico della Lazard, il banchiere André Meyer (che di sé stesso diceva "Perché essere antipatici quando, con minimo sforzo, si può essere odiosi"?) alla fine degli anni '70 nel Cda di Mediobanca. Lazard era entrata nel capitale delle Generali tramite la finanziaria lussemburghese Euralux sul finire di quegli anni per rimanervi fino al 2001. Bernheim è stato il francese che può vantare più onorificenze concesse dallo Stato italiano, tra le quali quella di Commendatore dell'Ordine delle Arti e delle Lettere, Gran Croce della Legion d'Onore e Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2007 era anche cittadino onorario di Trieste. 

Il giorno del suo allontanamento dalle Generali il banchiere transalpino, dioscuro di Cuccia combatté veementemente con un lungo discorso in cui affermava di non essere affatto "un vecchio rimbambito" e ricordava come Cuccia guidasse Mediobanca a 94 anni. "Ho fatto un lavoro molto buono - diceva - ma ho dei nemici". In un'intervista al Piccolo di Trieste commentava amaramente: "Dal giorno dopo l'assemblea (del 2010, ndr) per me sarà una prova tremenda chiedermi cosa farò. Forse è vero che sono vecchio, ma per vivere occorre far girare i neuroni e io ho bisogno di lavorare. In Lazard ho visto tanti presidenti di aziende grandi e grandissime che quando incontravo magari per caso due anni dopo la loro pensione parevano relitti umani". Benché non si mostrasse in pubblico da qualche tempo, sicuramente la sua lucidità sarà rimasta intatta fino all'ultimo. Con la morte di Bernheim, come si dice in questi casi, si chiude un'era.


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