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Tutto il capitalismo italiano chiede più Europa e meno egoismi

In una lettera a Barroso e Van Rompuy anche l'Ania invoca misure convinte per la crescita

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Recuperare con azioni concrete lo spirito comunitario per proteggere e rilanciare l'Unione Europea". E' questo il messaggio lanciato da Ania, Abia, Alleanza cooperative italiane, Confindustria e Rete Imprese Italia in vista del prossimo vertice del 28 giugno tra i capi di Stato dell'Area Euro. Il messaggio proviene praticamente da tutto il capitalismo italiano, ed è contenuto in una lettera aperta al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.

Le sigle di rappresentanza chiedono la realizzazione immediata di un "patto per la crescita". Il vertice europeo di fine mese è visto come "una grande occasione per dare un segnale forte e inequivocabile ai popoli e ai mercati da parte di chi oggi guida, a ogni livello la politica europea". Le imprese, le banche e le assicurazioni italiane propongono di adottare i provvedimenti necessari perché "l'Europa diventi effettivamente una federazione di Stati, perché si ritorni allo spirito che aveva permesso di ricostruire sulle macerie della seconda guerra mondiale".

Le proposte delle imprese italiane chiamano in causa il ruolo della Bce, affinché questa continui ad assicurare un adeguato flusso di liquidità all'economia, anche prevedendo ulteriori interventi sul mercato secondario dei titoli di Stato. Ma Abi, Ania e le altre associazioni invocano anche una garanzia comunitaria su una percentuale del debito pubblico, al fine di non veder vanificati gli sforzi di risanamento dei conti pubblici a causa dell'aumento dei tassi di rifinanziamento. Utile sarebbe che i capi di Stato, riuniti il 28 e 29 giugno, si decidessero finalmente a realizzare project bond quali stimolo alla crescita; mentre auspicata e urgente sarebbe anche l'unione bancaria.

Il tessuto imprenditoriale italiano ammonisce sulle tentazioni nazionaliste e spinge anzi per il recupero di quella "stessa spinta che ha consentito di riunificare ciò che era diviso, e ha permesso, a chi si è trovato in momentanee difficoltà, a fronte del rimarginarsi di antiche ferite, di operare con il giusto tempo per poter risolvere i propri problemi". Il riferimento all'unificazione tedesca è palese, ma non è il solo richiamo alla Germania: "Non vi è alternativa - si legge nella lettera - all'Euro e all'Europa. Anche chi oggi, a torto, si ritiene immune, potrebbe scoprire sulla propria pelle quanto sia gravido di conseguenze nefaste un ulteriore indebolimento della Unione Europea".

Le imprese italiane sottolineano quindi un'urgenza e una compattezza che forse per la prima volta vede impegnate tutte le componenti del capitalismo italiano. "Il tempo delle decisioni è adesso - conclude la lettera - occorre agire subito per continuare ad assicurare un futuro di pace, di benessere, di crescita all'Europa".

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