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Il futuro dell’assicurazione arriva dallo spazio

Da tempo si guarda con interesse alle potenzialità della space economy, ma le opportunità non si limitano a un’occasione di investimento in un comparto in crescita o di mercato per nuove coperture. Grazie all’osservazione della Terra, il settore assicurativo può giovarsi di informazioni sull’esposizione al rischio o sulla valutazione dei danni in determinate aree. La regolamentazione è però ancora un aspetto incompleto

Il futuro dell’assicurazione arriva dallo spazio
Sulle note di Space oddity di David Bowie, si è aperto il 24 novembre scorso il convegno Space Economy & Insurance, organizzato da Insurance Skills Jam - Il convivio assicurativo in collaborazione con Cineas di cui Insurance Connect è stata media partner, nell’intento di stimolare l’incontro fra imprese, accademici e mercato assicurativo al fine di individuare correttamente opportunità e sfide di questo settore innovativo. I lavori si sono aperti con gli interventi introduttivi del presidente di Cineas Massimo Michaud, di Orazio Rossi, segretario del Convivio assicurativo, e del consigliere comunale di Milano ed esperto assicurativo Pietro Celestino, che hanno sottolineato, nel rispetto dei rispettivi ruoli, l’interesse e le potenzialità insite per l’ecosistema di gestione del rischio di un settore quale quello della space economy. 

In questo ambito, l’ltalia si sta imponendo come protagonista in Europa, sia a livello strategico di investimenti, sia per essere stato il primo paese a dotarsi di un quadro legislativo di grande interesse, su cui ha portato la propria testimonianza diretta l’onorevole Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la space economy e relatore della nuova legge quadro sullo spazio. Il parlamentare, oltre ad aver ripercorso il complesso processo legislativo, ha convenuto sul fatto che sicuramente alcuni aspetti, nella declinazione che avranno a livello di decreti attuativi, comporteranno il fine tuning di alcune tecnicalità, ad esempio per quanto riguarda la tipologia di coperture assicurative e i valori e massimali previsti.

Grande potenziale ma manca un quadro normativo completo 

È seguita la rappresentazione della professoressa Anna Masutti, presidente di Aida, che ha illustrato la situazione del comparto spaziale a livello europeo, caratterizzata dalla totale assenza di un quadro normativo coerente e alla quale si tenta di porre rimedio con lo Space Act dell’Unione Europea con norme armonizzate per un mercato unico di servizi e prodotti spaziali, e le complesse interazioni con la nuova legge italiana. L’avvocato Flavia Melillo, di Ania, ha evidenziato il prevalere di profonde diversità fra diritto dello spazio aereo (sottoposto a sovranità nazionali e sovranazionali) e quello dello spazio extra-atmosferico (astrattamente patrimonio dell’intera umanità) per il quale non esiste una definizione tecnico-giuridica concordata dei confini, e, di conseguenza, le difficoltà per l’individuazione dei profili di rischio e del perimetro della sfera di responsabilità in ragione di trattati e convenzioni ormai obsoleti e superati dallo sviluppo tecnologico delle attività spaziali stesse (pre-lancio, lancio, gestione delle orbite, detriti etc.). 

Nelle successive tavole rotonde l’aerospace adviser di Confindustria Alberto Carboni ha riportato come la space economy rappresenti una delle frontiere più promettenti dell’innovazione industriale globale. Tuttavia, le potenzialità di questo settore, con stime che parlano di un valore fino a 1.800 miliardi di dollari entro il 2035, si confrontano con sfide complesse: l’adozione nei settori tradizionali resta limitata da una forte inerzia tecnologica e culturale, e la domanda di servizi space-based è ancora prevalentemente pubblica. Serve una strategia che stimoli la domanda privata e incentivi l’ibridazione tra comparti produttivi, favorendo la crescita di un mercato realmente europeo e competitivo. E che rischia di venir condizionato negativamente dalle rigidità del nuovo quadro regolatorio. 

Osservazione della Terra come supporto concreto alla società 

Vittorio Colella Albino, head of legal & corporate affairs di Telespazio, ha ricordato alcuni passaggi della storia ultra cinquantennale del comparto, che si è annodata con alcune pagine della storia nazionale e internazionale, dal primo allunaggio al ruolo avuto dal Centro Spaziale del Fucino di Telespazio, a quello di player di prima grandezza in questo business, presente su moltissimi tavoli d’innovazione in settori che vanno dalla progettazione e dello sviluppo di sistemi spaziali, alla gestione dei servizi di lancio e controllo in orbita dei satelliti, dai servizi di osservazione della Terra, comunicazioni integrate, navigazione e localizzazione satellitare, fino ai programmi scientifici. 

Il rettore della Scuola universitaria superiore Iuss di Pavia Mario Martina ha ricordato come negli ultimi anni l’Europa e l’Italia hanno avviato un imponente programma di investimenti nel settore spaziale, in particolare nell’ambito dell’osservazione della Terra (Ot) con, ad esempio, Copernicus e Eogs (Servizio governativo di osservazione della Terra). Il programma Iride, sostenuto dal Pnrr e dal Piano nazionale complementare, prevede la messa in orbita di sei costellazioni satellitari operative entro il 2026, capaci di acquisire immagini ad altissima risoluzione spaziale (submetrica) e con frequenze temporali di pochi giorni (ce ne sono già 24 lanciati e che saranno operativi da inizio 2026). 
Parallelamente, la discussione per la creazione del Polo nazionale per i servizi geospaziali (Pnsg) offrirà un’infrastruttura tecnologica in grado di integrare i dati satellitari con quelli provenienti da sensori aerei e terrestri, mettendoli a disposizione di pubbliche amministrazioni e soggetti privati per sviluppare servizi avanzati di monitoraggio e gestione del rischio. I dati satellitari per la gestione del rischio I dati satellitari rappresentano oggi un pilastro strategico nella moderna gestione dei rischi naturali. 
Le loro applicazioni principali si articolano in tre ambiti operativi: 

  1. Stima dell’esposto: attraverso l’elaborazione delle immagini ottiche e radar, è possibile ricostruire la tipologia delle strutture e la densità edilizia, e stimare il valore economico degli asset territoriali, fornendo una base oggettiva per la valutazione assicurativa; 
  2. stima del rischio: l’integrazione dei dati di osservazione con le mappe di pericolosità (hazard), come quelle relative ad alluvioni, frane o subsidenza, consente di quantificare la probabilità e l’intensità dei danni attesi; 
  3. stima dei danni post-evento: i satelliti abilitano l’emergency mapping quasi in tempo reale, utile per mappare le aree colpite e stimare rapidamente gli impatti sul suolo, sugli edifici e sulle infrastrutture.
Nel settore assicurativo, l’uso combinato di dati ottici e radar consente di implementare modelli di parametric insurance, dove la copertura si attiva automaticamente al verificarsi di un parametro misurabile: un livello di precipitazione, un indice di vegetazione, un’anomalia termica. Questo consente di anticipare l’indennizzo, riducendo drasticamente tempi e costi di verifica. In ambito agricolo, i dati satellitari consentono il monitoraggio continuo delle colture, la stima delle rese e l’identificazione di aree colpite da stress idrico o eventi estremi, permettendo una valutazione quantitativa e oggettiva dei danni. Questi approcci, oggi sperimentati a livello europeo, si stanno progressivamente diffondendo anche in Italia, grazie alla disponibilità delle costellazioni Iride e alle infrastrutture del Pnsg, che permettono di trasformare il dato in servizio operativo a beneficio sia delle imprese che della collettività. 

Tra sfide di crescita e applicazioni assicurative 

Guido Parissenti, co-founder e ceo Apogeo Space, ha raccontato la sua storia di imprenditore e le motivazioni e le ambizioni che lo hanno portato ad attivare una start up in un settore apparentemente dominato dai giganti, ma nel quale, in alcuni casi e per alcune peculiarità, piccolo può risultare bello. Il timore però è quello di scontrarsi, in una fase di sviluppo, con alcune disattenzioni della normativa rispetto alle esigenze e ai rischi di una piccola azienda innovativa. 
Aipas, l’associazione delle imprese per le attività aerospaziali, ha avanzato riserve e proposte a salvaguardia di questo importante comparto di innovazione che vive, comunque, di sovvenzioni pubbliche per poter operare e arrivare ai primi lanci. Alessandro Paravano, assistant professor & researcher space economy observatory school of management – Polimi, ha fornito dati quantitativi sul valore della space economy e la sua value chain in termini di attività upstream e downstream, la forbice fra investimenti pubblici e privati e un quadro riassuntivo delle opportunità per l’ecosistema assicurativo. 

A conclusione dei lavori, una magistrale rappresentazione di Denis Bousquet, global chief underwriting officer space di Axa XL, in triangolazione remota con Leonora Siccardi, global head of client solutions, risk capital and chief claims and strategy & execution officer di Aon Reinsurance Solution, di una space insurance overview e delle possibili soluzioni assicurative (ad esempio, per il rischio di fallimento del lancio, impatti sull’inquinamento e obsolescenza satellitare), di prossima pubblicazione negli atti del convegno sul sito associativo del Convivio Assicurativo (www.convivioassicurativo.com).

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