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Ania contro le misure inique" a copertura della seconda rata Imu"

Il Governo prevede l'innalzamento del prossimo acconto di Ires e Irap per banche e assicurazioni

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L'eventualità, anticipata dal presidente del Consiglio Enrico Letta, di reperire le coperture necessarie a compensare la soppressione della seconda rata Imu attraverso un innalzamento della misura del prossimo acconto dell'Ires e dell'Irap, dimostra che la fiscalità di questo Paese è ormai governata da criteri irrazionali che hanno effetti iniqui". È quanto sostiene l'Ania, che, in una nota ufficiale diffusa oggi, sottolinea il fatto che la misura ipotizzata "risulta del tutto criticabile sotto diversi punti di vista. Già di per sé è abnorme la circostanza di un acconto che supera l'importo dell'imposta dovuta", osserva l'Ania: infatti si parla di "innalzare l'importo dell'acconto, già oggi di poco superiore al 100%, fino al 116-120%".

Secondo l'associazione delle compagnie assicurative, la modifica della percentuale dell'acconto, a poche settimane dalla scadenza del versamento, "costringerà le imprese interessate a ripensare in tutta fretta la gestione dei loro flussi finanziari. Inoltre questa misura avrebbe carattere discriminatorio, in quanto applicata esclusivamente ai settori bancario e assicurativo". Quest'ultimo, in particolare, negli ultimi anni è stato "ripetutamente colpito da provvedimenti fiscali molto penalizzanti" tra cui "una forma di tassazione che non ha eguali in nessun altro Paese". Si tratta dell'imposta sulle riserve matematiche dei rami vita che ha determinato un credito di imposta (infruttifero) nei confronti dell'Erario, ad oggi pari a oltre sei miliardi di euro. "La misura, tra l'altro - prosegue l'Ania - si aggiungerebbe alla recente penalizzazione introdotta, a carico dell'industria assicurativa, dal decreto-legge n. 102/2013 che ha pesantemente rivisto al ribasso la detraibilità dei premi versati per le polizze vita allo scopo di finanziare la soppressione della prima rata Imu 2013".

L'Ania conclude ricordando che, alla luce delle modifiche previste dal ddl di stabilità per il 2014, l'industria assicurativa resterebbe l'unica a dedurre in 18 anni un costo caratteristico (che è la variazione della riserva sinistri dei rami danni). "Appare inaccettabile - protesta l'Ania - che un settore che in momenti particolarmente difficili ha contribuito in misura significativa alla stabilità di questo Paese mantenendo e rinnovando una quota importante del debito pubblico italiano, continui ad essere oggetto di provvedimenti fiscali penalizzanti. Pertanto Ania auspica che l'Esecutivo ripensi alle misure annunciate".

Nella foto: la sede dell'Ania, a Roma

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