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Welfare, serve un testo unico della sanità integrativa

In occasione dell'indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria, Maria Bianca Farina, presidente di Ania, ha parlato di una riorganizzazione complessiva del settore

Welfare, serve un testo unico della sanità integrativa
"Il tema del finanziamento di prestazioni aggiuntive di welfare può essere più efficientemente affrontato nell’ambito di una più stretta integrazione tra sicurezza sociale garantita dallo Stato e forme di previdenza e assistenza promosse da soggetti privati, come le assicurazioni". 
A dirlo è Maria Bianca Farina, presidente di Ania, in occasione dell'audizione presso la decima commissione del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), nell'ambito dell'Indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell'efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute.

Come per la previdenza complementare, Ania chiede un testo unico in cui si definisca "un campo di gioco uniforme" dove le forme integrative possano operare superando le attuali disparità e garantendo equità di trattamento degli assistiti: regole comuni sulla trasparenza e l’affidabilità tra fondi e piani sanitari di tipo assicurativo, forme negoziali e aperte, collettive e individuali. 
Per potenziare il pilastro integrativo, Farina propone di "armonizzare il trattamento fiscale tra le forme integrative e per tutti i lavoratori [...]; abilitare e incentivare l'offerta di polizze assicurative poliennali [...]; favorire l’erogazione di prestazioni private negli ospedali pubblici, anche in convenzionamento con le forme sanitarie integrative".

Farina ha fatto notare, ancora una volta, quanto occorra "un modello di welfare innovativo, che coniughi al meglio le risorse pubbliche e private, con un ruolo più definito della componente integrativa", basata su principi di mutualità, per garantire "maggiore equità e livelli di tutela più generalizzati rispetto alla situazione attuale". 
A questo scopo, Ania ritiene "inderogabile [...] il completamento e ammodernamento di un sistema di welfare pubblico-privato, in linea con le scelte già compiute in altri Paesi avanzati, in modo da affrontare per tempo, con strumenti adeguati, le sfide della sostenibilità finanziaria, dell’adeguatezza delle prestazioni da garantire ai cittadini e dell’invecchiamento della popolazione".

Nel settore sanitario e assistenziale, occorre creare da zero condizioni che consentano alle forme sanitarie e assistenziali integrative uno sviluppo in sinergia con il sistema pubblico, anche considerato che il settore assicurativo sta assistendo a un "forte aumento della domanda di servizi".
Farina chiede quindi un riordino dei fondi sanitari per definire un secondo pilastro regolamentato, per non "lasciare le famiglie sole di fronte alla decisione di sostenere direttamente, se possibile, la spesa che si è resa necessaria oppure, in caso contrario, rinunciare alle cure".

Per quanto riguarda la previdenza complementare, Ania propone di istituire un Portale delle pensioni integrato, per aumentare la consapevolezza delle persone sull'argomento, ma contemporaneamente chiede di semplificare le norme fiscali e ripensare la tassazione sui rendimenti, passando a un sistema in cui i rendimenti finanziari durante la fase di accumulo sono esenti da tassazione, come già avviene in altri Paesi. In particolare, per gli under 35, Farina propone “un vantaggio fiscale esplicito.

Infine, sul tema della non autosufficienza, secondo Farina occorre “dare concretezza a una via italiana per la copertura dei bisogni derivanti dalla perdita di autonomia”, attraverso alcune riforme mirate.
Due le strade: creare un sistema integrativo sul modello di quello della previdenza complementare, con opportuni accorgimenti e migliorie; oppure, argomenta Farina, “si potrebbe ipotizzare un modello, più simile a quello da qualche anno in vigore in Germania, in cui l’adesione al sistema di protezione long term care (Ltc) è obbligatoria e viene costituito un fondo nazionale, con una governance pubblica-privata, che determinerebbe su scala generale modalità di contribuzione (in percentuale delle retribuzioni) e differenti livelli di prestazioni, in funzione della gravità della non autosufficienza”. Il fondo potrebbe offrire riassicurazione ai fondi integrativi di categoria già esistenti, garantendo così una maggiore diversificazione dei rischi.   

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