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Allianz Risk Barometer, cresce il rischio macroeconomico

L’edizione 2023 dell’Allianz Risk Barometer conferma ai primi posti i rischi cyber e business interruption; aumenta l’attenzione per lo scenario economico globale e per la crisi energetica, minacce che mettono in secondo piano le catastrofi naturali e il cambiamento climatico; la pandemia non è più considerato un problema per le aziende

Allianz Risk Barometer, cresce il rischio macroeconomico
I rischi su cui si focalizza l’attenzione delle imprese per l’anno in corso rispecchiano le criticità macro-economiche attuali, confermando allo stesso tempo la perdurante centralità della minaccia cyber e il calo di urgenza sui temi legati alla pandemia. 

A livello mondiale, i timori legati alle catastrofi naturali e ai cambiamenti climatici perdono alcune posizioni in classifica, lasciando il posto a questioni più sentite nella quotidianità delle aziende come l’inflazione, la crisi energetica e la possibile recessione. 

È la sintesi dei principali rischi d’impresa pubblicati nell’Allianz Risk Barometer 2023, realizzato anche quest’anno da Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) del Gruppo Allianz, che riporta le opinioni di 2.712 esperti di gestione del rischio (ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi) di imprese residenti in 94 paesi e territori.

La classifica complessiva conferma al primo posto, come nel 2022, il timore per gli Incidenti informatici e l’Interruzione dell’attività, voci che hanno raccolto entrambe il 34% delle risposte, ma a seguire si trovano i Cambiamenti macroeconomici, categoria di rischi che lo scorso anno si collocava in decima posizione e ora si prende la 3° piazza, rispecchiando le preoccupazioni dei manager aziendali per l'inflazione, la volatilità dei mercati finanziari e il possibile materializzarsi di una fase economica recessiva. 
Al 4° posto si trova l’Impatto della crisi energetica, tema del tutto assente nella classifica del 2022, stilata prima dell’invasione dell’Ucraina.  
I rischi legati all’attualità si impongono su altri ritenuti importanti in una situazione non emergenziale, come le Catastrofi naturali, passate dal 3° al 6° posto, e i Cambiamenti climatici, scesi dal 6° al 7° posto; rispetto a un anno fa la Pandemia è ritenuta ormai un fenomeno controllabile e passa così dal 4° al 13° posto nella classifica globale.
Le altre posizioni della Top Ten sono coperte dai Cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare, che si conferma al 5° posto, dalla Carenza di manodopera qualificata, in salita all’8° posizione, dagli Incendi, al 9° posto dopo che era stato al 7° nel 2022, e infine da un’altra voce assente lo scorso anno tra le prime dieci che sono i Rischi politici e violenza.

I RISCHI COLLEGATI ALLA GUERRA TOCCANO SOLO EUROPA E USA
Facendo un confronto complessivo, i primi quattro rischi evidenziati dal Barometro di Allianz, denotano una posizione condivisa a livello globale tra le aziende di diverse dimensioni e una coerenza a livello di paese tra le principali economie europee e quella statunitense (ad eccezione dell’impatto della crisi energetica), mentre le imprese dei paesi dell’Asia Pacifico e dell’Africa mostrano per gli stessi rischi una rilevanza meno marcata, indice del minore coinvolgimento dei loro sistemi economici nelle ripercussioni della guerra in Ucraina. 

Nella nota diffusa da AGCS, il Ceo Joachim Mueller, centra il problema di un sistema economico che da tre anni non vive una fase di regolarità e afferma che “le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l'attuale "permacrisi" derivante dalle conseguenze della pandemia e dall'impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda”. 

LA CLASSIFICA PER LE IMPRESE ITALIANE
Il Barometro di Allianz riporta anche la classifica per ogni singolo paese: per quanto riguarda le imprese italiane, i principali rischi sono nell’ordine le Minacce informatiche (47% delle risposte), l’Interruzione dell’attività e della supply chain (37%), la Crisi energetica (32%), i cambiamenti nello scenario macroeconomico (21%), il Cambiamento climatico (18%), le Modifiche nel quadro legislativo e regolamentare, le Catastrofi naturali (13%) e a chiudere, con l’11%, tre voci appaiate che sono gli Incendi e esplosioni, i Cambiamenti nei mercati e i rischi politici. 

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