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Legge di Bilancio, le proposte dell’Ania

In audizione presso le commissioni di Camera e Senato, l’associazione ha chiesto, tra le altre cose, polizze obbligatorie e sconti fiscali per gestire i risarcimenti dei danni da calamità naturali

Legge di Bilancio, le proposte dell’Ania
L’Ania ha lanciato al Governo e al Parlamento la proposta di istituire un tavolo di confronto per avviare una riflessione comune sul tema della previdenza integrativa, alla luce del processo di invecchiamento della popolazione e dei crescenti, conseguenti rischi di non autosufficienza delle persone. Ieri, nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio, la presidente Maria Bianca Farina ha sottolineato che “il basso grado di adesione al sistema, in particolare dei giovani e delle donne, richiede di trovare nuove soluzioni previdenziali, assistenziali e sanitarie di lungo termine in una logica di integrazione con il sistema previdenziale di primo livello”.

Sempre in tema di collaborazione fra privato e pubblico Farina ha chiesto un intervento “sul sistema regolamentato della gestione delle calamità naturali e del cambiamento climatico che rende tali calamità sempre più frequenti e severe”. Secondo l’Ania, la strada da intraprendere, “se possibile già nella discussione della legge di Bilancio”, è quella di “porre le condizioni per definire uno schema per la copertura delle abitazioni private che poggi sulla mutualizzazione dei rischi e sia in grado di garantire tempi certi e ragionevoli di risarcimento del danno, trasparenza nelle procedure, con attenzione rigorosa alla prevenzione, opportune modalità di finanziamento della ricostruzione e ottimizzazione della gestione delle emergenze post-evento”.

L’analisi delle principali norme di interesse

Per quanto riguarda nello specifico l’esame del ddl Bilancio, l’Ania ha preso l’esame in prima battuta i Pir (articolo 8), sottolineando che “basterebbe che solo l’1% delle gestioni assicurative garantite fosse impiegato in Pir, riservando ovviamente il relativo vantaggio fiscale esclusivamente a favore degli assicurati, per generare rapidamente un volume di ben 6 miliardi di investimenti a favore delle imprese italiane”. Si tratterebbe, in altri termini, di agevolare la destinazione di risorse all’economia reale da parte del settore assicurativo, prevedendo la non imponibilità dei rendimenti ottenuti da investimenti qualificati (Pir) in analogia a quanto previsto, ormai da un quinquennio, per gli enti di previdenza obbligatoria, con lo stesso limite dell’attivo patrimoniale (10%) o con un limite eventualmente inferiore.

L’Ania è poi intervenuta sulla riforma degli ammortizzatori sociali (Titolo V) esprimendo in primis una valutazione positiva sul progetto: “prendiamo quindi atto con soddisfazione – ha detto Farina – che il disegno di legge in esame ha confermato la gestione esclusiva delle integrazioni salariali da parte dei fondi bilaterali esistenti”.
Tuttavia, ha osservato Farina, l’attuale testo non tiene conto del fatto che alcuni fondi (come quello dell’Ania, Fondir) si rivolgono a categorie di lavoratori escluse dal sistema della cassa integrazione. “Proponiamo pertanto – ha affermato la presidente – di prevedere ulteriori casi di rimborso quali, ad esempio, il finanziamento di piani formativi rivolti a lavoratori già espulsi dal mondo produttivo”.

È stato valutato con favore dall’associazione degli assicuratori italiani il Fondo italiano per il clima (articolo 154), che ha la possibilità di erogare finanziamenti diretti per iniziative e programmi ad elevato impatto e, inoltre, rilasciare garanzie, ma solo per i finanziamenti concessi da soggetti terzi autorizzati all’esercizio del credito. “Proponiamo pertanto – ha osservato Farina – di ampliare alle imprese di assicurazione, quando rilasciano fideiussioni, il beneficio delle garanzie offerte dal fondo”.

Le ulteriori proposte dell’associazione

Nel corso dell’audizione, l’Ania ha inoltre formulato una serie di proposte su materie non esplicitamente trattate nel documento. La prima riguarda la sanità integrativa e le Long term care. L’associazione propone innanzitutto di estendere il regime fiscale di deducibilità (ovvero di non concorrenza alla formazione del reddito imponibile ai fini Irpef) attualmente previsto per le coperture Ltc e gravi patologie del personale dipendente, anche ai lavoratori autonomi e alle categorie di contribuenti che non beneficiano di una copertura collettiva a livello aziendale. In secondo luogo, Ania chiede anche di estendere alle polizze sanitarie individuali il regime fiscale attualmente in essere per le polizze contro il rischio di morte e invalidità permanente non inferiore al 5% (detraibilità ai fini Irpef del 19%) con incremento del tetto massimo fino a euro 3.615. “Si propone altresì – ha aggiunto Farina – l’esonero dei relativi premi dal prelievo sui contratti assicurativi attualmente previsto nella misura del 2,5%”.

L’Ania ha poi espresso il proprio parere sulla disciplina Iva delle prestazioni medico-sanitarie per chiedere a Governo e Parlamento la previsione dell’esenzione anche per le prestazioni medico sanitarie rese nell’ambito di una struttura sanitaria privata non convenzionata con il sistema sanitario nazionale, “nei limiti della parte del corrispettivo dovuto dal paziente corrispondente al riaddebito dell’onorario delle prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione della persona ricoverata acquisite dalla medesima casa di cura presso il professionista sanitario”.
L’associazione, inoltre, ha proposto l’assoggettamento a Iva con l’aliquota ridotta del 10% (parificandone, quindi, il trattamento a quello attualmente previsto per le prestazioni di soggiorno alberghiero) “della parte del corrispettivo dovuto dal paziente ricoverato eccedente il riaddebito dell’onorario del professionista sanitario alla casa di cura non convenzionata”.


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