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MedMal: non cambia la tendenza

L’annuale report pubblicato da Marsh conferma le tendenze individuate negli ultimi anni, con i sinistri più costosi legati al parto e la casistica maggiore nelle aree chirurgiche

MedMal: non cambia la tendenza
Marsh ha pubblicato l’undicesima edizione del suo report Medmal Italia, che fornisce ogni anno il trend dei sinistri nel settore sanitario italiano. Nel campione di 66 strutture pubbliche analizzate, Marsh conta una media di 35 sinistri all’anno con un importo liquidato medio di circa 81.500 euro per sinistro. L’analisi 2020 si è concentrata sul rischio clinico in senso stretto, escludendo i sinistri occorsi a terzi all’interno della struttura: nel report si evidenzia che circa tre eventi su quattro di quelli considerati sono rappresentati da sinistri legati all’attività chirurgica (38,5%), errori diagnostici (20,3%), errori terapeutici (10,8%) e infezioni (6,6%). 
I tempi di denuncia variano a seconda del sinistro considerato: le infezioni risultano essere la tipologia con i tempi più dilatati, con il 70% dei sinistri denunciati nel corso dei quattro anni dall’evento; rispetto agli errori chirurgici, il cui 36,5% viene denunciato entro il primo anno, per poi avvicinarsi al 90% entro i 5 anni; gli errori diagnostici, terapeutici e soprattutto quelli collegati a procedure invasive risultano essere infine i sinistri caratterizzati dalla velocità di denuncia più elevata, con il 76% rilevato nei primi due anni. Nel caso delle infezioni, le specialità coinvolte appartengono nel 62% dei casi all’area chirurgica, con una diretta predominanza dei sinistri direttamente collegati agli interventi chirurgici, letali per il paziente in un caso su 5.

Metà dei sinistri arriva da quattro specialità
In termini di unità operative, le più soggette a denunce sono Ortopedia e Traumatologia (20,3%), Chirurgia Generale (12,9%) e Pronto Soccorso (12,6%), seguite da Ostetricia e Ginecologia (10,9%), che insieme pesano per poco più della metà del campione. 
È proprio quest’ultimo il reparto che più pesa in termini di risarcimenti economici: nonostante i sinistri collegati al parto rappresentino solo il 3,4% del totale, essi pesano sul costo complessivo per il 14,6%, con un valore del liquidato medio pari a 501.000 euro (oltre 6 volte la media).
Infine, il report fornisce un’indicazione del tasso di rischio, in continuità rispetto alla scorsa edizione ma con un aumento dei costi rapportati all’organico aziendale: 6,9 sinistri ogni 100 medici, 2,8 ogni 100 infermieri e 1,1 ogni 1000 ricoveri, per valori assicurativi che si attestano sui 6.700 euro per medico, 2.790 euro per infermiere e 107 euro per ricovero.
Guardando separatamente ai dati delle 23 case di cura private prese in considerazione, si evidenzia un liquidato medio pari a 72.000 euro contro gli 81.500 euro del pubblico. Le ragioni della differenza sono più d’una e vanno ricercate tra l’altro nel minore ricorso al privato per i servizi di ostetricia e nella diversa complessità degli interventi effettuati.
 

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