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Fpa, al via i lavori della commissione tecnica

Già nella prossima settimana partiranno gli incontri tra i componenti. Entro il 30 giugno deve essere pronto il piano

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La commissione tecnica creata ieri per defininere nei dettagli quello che al termine dei lavori sarà il nuovo Fondo pensione agenti" dovrebbe riunirsi già la settimana prossima.
L'organo, creato ieri, 13 maggio, durante la riunione tra Ania e parti sociali, cioè Sna, Anapa e Unapass, si occuperà quindi di entrare nel concreto e stabilire cifre e modalità per il passaggio del fondo dall'attuale status di prestazione definita a quello di contribuzione.

Il cambio di statuto è stato richiesto (per la seconda volta) dall'Ania, che solo a questa condizione si è detta disponibile a contribuire (pesantemente) al riequilibrio, nonché al salvataggio, di Fpa.
I tempi per trovare una soluzione definitiva restano abbastanza stretti perché la Covip ha fissato nel 30 giugno la data per la presentazione del piano.

Della commissione tecnica fanno parte il presidente e il vice presidente del fondo, Francesco Pavanello e Roberto Manzato (Ania), da Francesco Libutti di Sna, Nicola Picaro di Unapass e Antonello Galdi di Anapa, oltre a altri due rappresentanti di Ania e i tecnici del fondo pensione.

Il motivo per cui Ania ha ribadito la volontà della trasformazione del fondo è l'incertezza riguardo ai dati su cui si basava la prima ipotesi di riequilibrio di Fpa, quella, cioè, che avrebbe lasciato il fondo a prestazione definita. Il non accordo su questa base avrebbe messo a repentaglio il fondo e l'avrebbe esposto al commissariamento della Covip.

La commissione tecnica, quindi, avrà il compito di capire quali strumenti proposti dai tecnici del fondo siano più idonei per il raggiungimento dell'obiettivo. Dai lavori della commissione uscirà un dato definitivo riguardo quei "sacrifici" che, come si sa, dovranno affrontare gli agenti in pensione, ma soprattutto quelli che finora hanno contribuito pensando di ricevere qualcosa che ora non c'è più.

Pur partecipando alla commissione, Sna resta convinta che la prima ipotesi, ovvero il mantenimento dello status di fondo a prestazione definita, sia comunque da preferire, ma accetta il confronto per "senso di responsabilità".
Opposta la posizione di Anapa, che invece ribadisce quanto già detto, ovvero che di fronte alla gravità della situazione, non si poteva pensare di mantenere lo status quo. Tuttavia, quando Fpa uscirà dalla fase di ristrutturazione, sarà stravolto e molto più simile a un comune fondo individuale, perdendo così le particolarità (o i privilegi) che avevano pensato i suoi fondatori nel 1975.

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