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È nata Anapa – Rete impresAgenzia

Non sarà un clic ad annientare la professione degli agenti: questo il messaggio forte emerso dal primo congresso nazionale di Anapa, che ha visto, ieri a Roma, la nascita di una sola sigla sindacale grazie all’unificazione con Unapass

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“Qui si inaugura qualcosa di importante”. Così ha aperto il primo appuntamento congressuale di Anapa, associazione nata nel 2012, il senatore Gaetano Quagliarello, ex coordinatore nazionale Ncd, che ha sottolineato l’importanza dello sforzo unitario che ha portato oggi alla nascita di Anapa – Rete ImpresAgenzia, la nuova sigla di rappresentanza degli agenti professionisti di assicurazione, sorta dall’unificazione Unapass con il sindacato presieduto da Massimo Congiu, e la componente dell’Associazione agenti UnipolSai. “Da oggi – spiega Vincenzo Cirasola, presidente nazionale Anapa – le sigle sindacali non sono più tre, ma due. Erano decenni che si parlava di unificazione con altri soggetti, noi oggi l’abbiamo realizzata. Il mercato – continua – richiede velocità di pensiero e di azione per cogliere le nuove opportunità; è cambiato l’approccio e c’è bisogno di un’associazione di categoria che sia un faro, senza steccati e pregiudizi ideologici, per lasciare a ognuno la propria iniziativa imprenditoriale”. Generale plauso è stato espresso da tutti i convenuti, ben riassunto nella considerazione del presidente Ania, Aldo Minucci, che sottolinea l’importanza di “una rappresentanza unitaria come elemento di crescita e sviluppo del mercato”.

ASSICURAZIONI, RUOLO CRUCIALE PER IL SISTEMA

Molte le questioni sul tavolo degli agenti e della categoria, a lungo dibattute ieri da politici, regolatore e rappresentanza di imprese e intermediari. “Le assicurazioni – spiega Quagliarello – devono svolgere un ruolo cruciale per mantenere il sistema in equilibrio”. Tra i temi più urgenti, lo sviluppo di previdenza e sanità complementare e le calamità naturali. Su quest’ultimo punto, il senatore ha ribadito che il 67% dei comuni e il 50% delle aziende sono a rischio sismico e idrogeologico e che lo Stato ha speso 3,5 miliardi di euro, negli ultimi 20 anni, per indennizzare popolazioni e imprese colpite da calamità. “Molti tabù devono cadere – avverte – per realizzare un sistema di intervento che coinvolga tutte le parti interessate. Non c’è spazio per le posizioni ideologiche, serve razionalità economica per affrontare i problemi del terzo millennio: assicurazioni e agenti devono giocare un ruolo fondamentale”. Sul tema delle calamità naturali, interviene anche il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, che annuncia lo stanziamento di 800 milioni di euro per progetti immediatamente cantierabili, nelle metropoli più a rischio, quali Milano, Genova e Olbia. “Gli assicuratori – sottolinea – devono aiutarci a quantificare i danni che i cambiamenti climatici possono produrre, fornendoci gli strumenti per far sì che questi incidano il meno possibile. Questo è il tema del futuro, richiesto dai clienti e dallo Stato”.

CATASTROFI, L’RC DEVE ESSERE OBBLIGATORIA

Ad animare la discussione, la questione dell’assicurazione contro le calamità. “Serve una gestione radicalmente diversa – avverte il sottosegretario al ministero dell’Economia, Enrico Zanetti – che può funzionare solo se introduciamo l’obbligatorietà, in modo da garantire costi accessibili a tutti, e una defiscalizzazione. Così costruito, il sistema può stare in piedi, ma dobbiamo dimostrare che si producono vantaggi per lo Stato, risposte efficaci e rapide e uno sgravio per le famiglie”. Incalza il presidente Ania, che, dopo aver sottolineato l’importanza di intervenire sul costo dei sinistri per ridurre i premi Rc auto (pena una sanzione dall’Europa) ha evidenziato che quello delle calamità naturali è uno dei due temi sui quali rischiamo di accumulare un pesante ritardo. “Tutti gli attori – avverte Aldo Minucci – concordano sulla soluzione assicurativa, poi, però, non si conclude nulla per la paura di creare nell’opinione pubblica la convinzione che si stia introducendo una norma che penalizza il settore immobiliare. Solo dall’obbligatorietà – concorda – può nascere la capacita di creare un’offerta alla portata economica di tutti gli italiani, che garantirebbe uno sgravio per lo Stato e condizioni di sicurezza per i cittadini”.

SANITÀ, NON TUTTO A TUTTI

L’altro tema, spiega Minucci, è la sanità, dove il maggior ruolo del settore assicurativo non deve essere a detrimento della componente universalistica del servizio sanitario nazionale: “questo – spiega – va garantito a tutti, solo per alcune prestazioni, ma non per diagnostica, prevenzione e visite specialistiche, che devono essere fornite, in forma gratuita, solo a chi vive in condizioni di vulnerabilità economica. Viceversa, non si potrà ridurre la spesa pubblica e aumentare l’efficienza di prestazioni e costi”.

DIGITAL, MA SENZA PAURA

Sul tavolo degli agenti, la priorità resta il pericolo digital, anche se parole di rassicurazione sono giunte da tutti gli intervenuti al congresso. “L’intermediazione – spiega Simona Vicari, sottosegretario Mise – è chiamata a uno sforzo di qualità dei prodotti e della consulenza, da offrire al consumatore per confermare il ruolo centrale che gli agenti ricoprono nelle scelte di acquisto. In questo – avverte – il confronto con il Parlamento può solo migliorare sia la tutela del cliente, sia la salvaguardia di quel rapporto umano tra agente e assicurato, che non si può cancellare anche se avanza il ricorso al digital, da utilizzare senza la paura di essere disintermediati”.

CORRETTEZZA DEI COMPORTAMENTI

L’importanza del ruolo di promozione e sviluppo delle assicurazioni, svolto dagli agenti, è stato ribadito anche dall’Ania e dall’Ivass, che invita a non cedere agli allarmismi. “Per modernizzare, serve il ricorso alla tecnologia – conferma Maria Luisa Cavina, responsabile servizio vigilanza intermediari assicurativi Ivass – ma non basta: il primo asset è la correttezza dei comportamenti. Questa è la chiave per il successo perché fidelizza il cliente e aiuta a soddisfare i bisogni di copertura”. Sono ancora molte le segnalazioni verso gli intermediari, sottolinea l’Istituto: “nel 2014, sono stati 347 gli atti di contestazione pecuniaria inoltrati da Ivass, con particolare riguardo alla non osservanza delle regole sulla separazione patrimoniale, e 345 i provvedimenti disciplinari, in aumento del 16%, rispetto al 2013: sono state previste radiazioni nel 30% dei casi”. L’Ivass esorta gli agenti a un costante aggiornamento professionale e, in questo senso, l’Istituto ha disposto un sistema più rigoroso nei contenuti e negli standard richiesti ai formatori. “Perchè – avverte la responsabile – questo è il primo sostegno alla correttezza dei comportamenti”.

UN AIUTO DALLA NORMA

Uno strumento a favore degli intermediari arriva già dalla norma. Il sottosegretario Zanetti ha, infatti, annunciato il ripristino nella legge di stabilità di un sistema di tassazione (per i professionisti con fatturato fino a 30 mila euro, riservato al regime dei minimi) che, spiega, “non solo è più semplificato, ma prevede un’aliquota del 5% nei primi cinque anni di attività. Una norma ultra favorevole che credo sia di grande utilità anche per la vostra categoria”.

IL NUOVO DIRETTIVO

Il congresso si è concluso con l’elezione del nuovo direttivo (nella foto), che sarà presieduto da Vincenzo Cirasola, coadiuvato da tre vice presidenti, Enrico Ulivieri, Paolo Iurasek ed Enzo Sivori, e dagli altri membri, Laura Castelluzzo, Roberto Arena, Giovanni Trotta, Eric Somaschini, Federico Serrao e Bruno Coccato. E con l’affermazione del nuovo presidente: “non è un clic che può annientare la nostra professione”.

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