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Assiteca rilancia: pronti per nuove acquisizioni

Dopo la quotazione del 27 luglio scorso, il principale player italiano del brokeraggio non si ferma e va a caccia di opportunità interessanti nel campo dei servizi. I piani del gruppo e i motivi delle scelte fatte finora nell’intervista al presidente e ad, Luciano Lucca

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Assiteca, il principale broker italiano, è pronto a crescere ancora. Dopo lo sbarco a Piazza Affari, sul listino Aim di Borsa Italiana, la società non si ferma, anzi rilancia e, mentre annuncia nuove acquisizioni, è a caccia già di altre realtà disposte a crescere: sempre nella logica di valorizzare le qualità delle società che entrano a far parte della galassia Assiteca. Un approccio che non si basa solo sui volumi ma sulle tipologie di business, alla ricerca di uno sviluppo coerente e sostenibile. 
L’accelerazione è arrivata negli ultimi due anni con l’acquisto del competitor Gpa a fine 2013: un investimento che ha permesso ad Assiteca di sfiorare i 60 milioni di euro di ricavi, anticipando i target finanziari previsti. 

Quest’anno, il 27 luglio, c’è stata la quotazione: un passo importante che ha consentito alla società di aprirsi al mercato dei capitali. Il 30 settembre scorso, Assiteca ha comunicato i risultati consolidati pro forma al 30 giugno che, senza ancora aver recepito tutti i benefici del’Ipo, hanno confermato il buon andamento del broker internazionale: un utile netto in crescita del 2% a 3,25 milioni (contro i 3,2 milioni del 30 giugno 2014), ricavi lordi che migliorano dell’1% (dai 58,3 milioni ai 58,6 del 2014) e l’Ebitda pari a 7,9 milioni, in progressione del 4% rispetto ai 7,6 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. Il bilancio sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti prevista per il 29 ottobre prossimo, che dovrà anche dare il via libera allo stacco del dividendo da 0,03 euro per azione.

UNA NUOVA CASA DI VETRO 
Intanto, il primo ottobre scorso, il presidente e ad, Luciano Lucca, ha sostenuto la prima conference call con gli analisti. “Prima Assiteca era una casa privata, ora è una casa di vetro e quindi i rischi aumentano e bisogna essere un po’ più prudenti”, sottolinea il numero uno di Assiteca a Insurance Daily, parlando anche di come è nata la decisione di quotarsi: “avevamo di fronte a noi tre strade: vendere, accontentarci dei risultati ottenuti, oppure rilanciare e posizionare l’azienda in modo che potesse avere una dimensione sempre più importante, un marchio forte e, soprattutto, una credibilità finanziaria, essenziale – spiega – in un Paese come l’Italia, in cui le aziende hanno difficoltà ad accedere al credito o ai mercati di capitali. Abbiamo pensato per un anno intero prima di decidere”. 

Dietro questa scelta c’è anche una motivazione generazionale: i figli di Lucca sono entrati nel gruppo e non hanno alcuna intenzione di vendere il gioiello di famiglia. E poi ci sono anche questioni di fisionomia del mercato italiano: per Lucca non è concepibile che in Italia, nel settore del brokeraggio, operino solo grandi gruppi internazionali e spesso con politiche decise fuori dal contesto nazionale. “Ho scelto di non vendere – continua Lucca – per vari motivi: in primis perché i miei figli sono fortemente motivati a continuare con questa società, in seconda battuta perché non vogliamo che l’azienda sia cannibalizzata da un grande gruppo, con un conseguente forte rischio per il futuro dei dipendenti”.
Non che Assiteca non abbia effettivamente ricevuto offerte, ma Lucca non ha mai ceduto. “Perché fermarci? Vogliamo avere l’ambizione di crescere – precisa – perché non è possibile che il nostro mercato si riduca a essere controllato dai gruppi stranieri”. 

ACQUISIZIONI IN AMBITI SPECIFICI 
L’obiettivo del gruppo è consolidarsi come “polo aggregativo del brokeraggio italiano”. Nel prossimo futuro, Assiteca punterà sulla vicinanza al mercato e sulle sue peculiarità: sia in Italia sia all’estero, specialmente in Spagna dove il broker è già molto presente. “A differenza dei grandi player internazionali del nostro settore – spiega Lucca – le nostre acquisizioni hanno sempre avuto finalità ben precise: non abbiamo mai puntato ai volumi tout court, ma alle peculiarità del business da acquisire. Per esempio – sottolinea – abbiamo guardato alle tipicità geografiche: quest’anno abbiamo acquisito Infinas (storico broker attivo in Friuli Venezia Giulia, ndr) e in Friuli Venezia Giulia siamo i leader del mercato con ampi margini. Abbiamo fatto operazioni guidate all’acquisizione di forti competenze per aprirci un mercato. Con questa politica noi non abbiamo mai disperso valore e risorse delle realtà che acquisivamo”. 

A CACCIA DI PROGETTI AD ALTO VALORE AGGIUNTO 
Entro quest’anno Assiteca vuole fare qualche nuova acquisizione. Il broker sta trattando tre operazioni tra Italia e Spagna, sempre nella logica di ampliare l’offerta di servizi. “Stiamo studiando l’acquisto di una piattaforma di welfare – conferma Lucca – e di una realtà forte a livello territoriale: in Italia l’intento è di chiudere le due acquisizioni entro la fine del 2015”. 

Con la sponsorizzazione dei due convegni nazionali del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria (a Santa Margherita Ligure e a Capri) Assiteca punta a promuovere un approccio innovativo alla gestione del rischio secondo i principi della business continuity, ed è entrata in Cineas per sviluppare una cultura del rischio più estesa. 

In Spagna, la politica della società è leggermente diversa per adattarsi al mercato locale: “giochiamo più sui volumi – conclude Lucca – e vogliamo raddoppiare il giro d’affari proprio attraverso le acquisizioni: passare dai nostri attuali tre milioni di euro ai sei milioni entro la fine del 2016”. Insomma Assiteca non si ferma. Il broker punta a passare dai 60 milioni di commissioni ai 100 milioni nel 2018. Con questo spirito, il gruppo è aperto e disponibile, quindi, ad ascoltare chi ha da proporre progetti ad alto valore aggiunto.

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