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Sna, Musto e Canu ricorrono contro l’espulsione dal sindacato

Il collegio dei probiviri aveva giudicato contraria alle linee guida del sindacato la postura dei presidenti in merito all’accordo dati firmato con Generali Italia

Sna, Musto e Canu ricorrono contro l’espulsione dal sindacato
Mariagrazia Musto (presidente di Unat) e Antonio Canu (presidente del Gaag Lloyd Italico) hanno annunciato di aver presentato ricorso contro la loro espulsione dal Sindacato nazionale agenti.

A inizio giugno il collegio dei probiviri dello Sna aveva messo alla porta Musto, Canu e il presidente del Gaat, Roberto Salvi. A sollecitare l’organo interno del sindacato era stato, il 9 febbraio, il presidente di Sna, Claudio Demozzi: nel mirino, in particolare, la postura dei tre presidenti di gruppo relativamente agli accordi dati firmati da ciascuna associazione con la mandante Generali Italia. Secondo il sindacato il tipo di accordo firmato andava contro le linee guida indicate dallo stesso Sna.

Ora Musto e Canu si sono rivolti alla Commissione nazionale di deontologia professionale dello Sna impugnando la loro cacciata dal sindacato. I loro legali, spiega una nota ufficiale, “hanno depositato il ricorso ai sensi dell'articolo 34 dello statuto Sna con richiesta di annullamento della decisione del collegio dei probiviri ritenendo la decisione dei probiviri integralmente nulla, illegittima, errata, ingiustificata e viziata in fatto e in diritto”.

La decisione, prosegue la nota, è stata impugnata “con una puntuale e articolata analisi di 10 pagine che ne contesta i fondamenti”. Fondamentale, a parere dei legali dei due presidenti, è la violazione del diritto di difesa “che è stato inibito dai probiviri e che rappresenta un diritto ineludibile per ogni soggetto sottoposto a giudizio”.

I due presidenti, inoltre, considerano un “ulteriore gravissimo vizio della decisione dei probiviri” quello della violazione del principio di equità, “principio che doveva ispirare la valutazione di tutti gli elementi acquisiti dal collegio giudicante e che avrebbe dovuto comportare un giusto contemperamento delle rispettive posizioni, valutando le ragioni dei due presidenti in una prospettiva di obiettività dei fatti”.

Nel ricorso si è contestato il fatto che il collegio dei probiviri  del sindacato abbia attuato “un ragionamento presuntivo”, fondando la decisione “su premesse viziate fin dall'origine, avendo attribuito valenza e veridicità assoluta alle sole argomentazioni proposte dal presidente del Sindacato nazionale agenti, quali assiomi intangibili e incontrovertibili, pervenendo implicitamente a delineare i profili dei presidenti Canu e Musto come soggetti inidonei al ruolo svolto minando in questo modo la loro dignità e immagine personale e professionale”.

Determinante nel procedimento, secondo i legali di Musto e Canu, è stato “l’omesso esame di documenti decisivi ai fini del giudizio come anche l'errata valutazione dei documenti in atti”. Nel ricorso viene contestata inoltre “l'illegittimità della sanzione di espulsione per violazione del principio di proporzionalità stante l'insussistenza dei presupposti di applicazione”.

Da ultimo i legali dei ricorrenti hanno rilevato che il collegio dei probiviri ha autorizzato, nelle more del secondo grado di giudizio, la pubblicazione integrale della decisione impugnata (la quale risulta divulgata anche a mezzo stampa) “senza attendere l'esito della pronuncia della illustrissima Commissione nazionale di deontologia professionale generando discredito all'immagine professionale e alla reputazione dei presidenti Canu e Musto e commettendo una grave violazione alla riservatezza e un illegittimo trattamento dei dati personali”, conclude il comunicato.

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