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Ania: confronto sì, ma non con chi ci considera nemici

Ania: confronto sì, ma non con chi ci considera nemici hp_vert_img
Qualcosa di importante sta succedendo nel rapporto tra Ania, compagnie e intermediari.
Mi riferisco a ciò che è avvenuto il 7 febbraio al primo convegno di Anapa. Raramente, e purtroppo, accade ai convegni di avere una platea mista", composta dai top manager delle compagnie e dagli agenti. E' sembrato quindi un fatto straordinario vedere raccolti i vertici delle compagnie (da Sartorel di Allianz a Guarena di Vittoria), a un evento organizzato da una associazione di rappresentanza degli agenti. Una testimonianza concreta di quanto le reti agenziali, mono e plurimandatarie, siano un asset prezioso e irrinunciabile per le compagnie.

Ma il messaggio di Aldo Minucci, presidente dell'Ania, intervenuto alla tavola rotonda, è chiaro: in un momento di grande cambiamento legislativo serve conciliare lo spirito delle norme con gli obiettivi di tenuta del sistema. Per farlo è indispensabile che Ania, e quindi le compagnie, possano sedersi intorno a un tavolo per confrontarsi con tutte le rappresentanze di categoria al fine di fissare una linea comune, rappresentativa e soddisfacente per tutte le parti, con cui discutere con il legislatore. Per farlo, però, l'Ania non può accettare di avere come interlocutori soggetti che considerano le compagnie come nemici o controparti di cui diffidare. Una richiesta, insomma, di "abbassare i toni". Ma anche una disponibilità al dialogo. Alle rappresentanze degli agenti, tutte, spetta ora il compito di cogliere il "cuore comune" dei problemi e ricercare insieme, finalmente, un punto di incontro.

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