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Le condizioni per un accordo con l’Ania

Le condizioni per un accordo con l’Ania hp_vert_img
Il recente incontro tra l'Ania e le rappresentanze sindacali segna un traguardo importante e solo qualche tempo fa impensabile, considerata la totale chiusura al dialogo che l'associazione delle imprese ha mostrato negli ultimi tempi.
Le condizioni di mercato, la crisi economica (che impatta sulle compagnie e in particolare sulle agenzie) e un quadro regolamentare profondamente mutato hanno talmente modificato lo scenario in cui il settore assicurativo si muove da favorire la riapertura di un tavolo di confronto.
La volontà di incontrarsi per trovare delle soluzioni condivise sembra pertanto avere delle motivazioni che prescindono dalla presunta abilità diplomatica di un sindacato piuttosto che un altro. I problemi sono talmente urgenti, per dirla in altre parole, che sia le imprese sia gli agenti non possono più barricarsi dietro rigide posizioni. Serve allora giungere, con urgenza e con efficacia, a posizioni condivise capaci di definire accordi economici in una cornice normativa generale (che arriverà anche dall'Europa e non solo dagli uffici dell'Ivass), affrontando questioni scottanti come le rivalse, la liquidazione, la proprietà dei dati dei clienti, il ruolo dell'agente nell'home insurance , il rischio disintermediazione e nel complesso il bisogno di recupero di redditività delle agenzie.
Il presupposto a tutto questo deve però essere la necessità di sciogliere il nodo più importante che oggi caratterizza il sistema dell'intermediazione del nostro Paese: trovare un sistema comune per far coesistere figure diverse. Non proprio un problema di facile soluzione, che rischia di vedere arenare le prospettive di superamento dei problemi degli agenti. Perché l'Ania non vuole sentire parlare di agente indipendente (derive di indipendenza"), mentre gli intermediari non hanno una posizione comune, né esiste una visione condivisa su come in futuro sarà la figura dell'agente.
Da sempre ci si chiede perché chi voglia essere indipendente non scelga, in definitiva, di fare il broker. Sarà possibile riuscire a far coesistere "monomandato" e "scelta di indipendenza"?
Probabilmente sì, magari creando nuove figure professionali.
Ma il singolo agente oggi non può più sottrarsi dal chiarire, all'interno della propria agenzia, chi e cosa vuole essere, valutando la propria realtà e raccogliendo il coraggio per affrontare gli onori e gli oneri dell'indipendenza.


Servirà allora definire il perimetro dei rapporti con la compagnia o con le compagnie con cui si lavora. Un perimetro che, nel rispetto delle normative, sappia delineare comportamenti, possibilità di collaborazione (anche tra intermediari) e trattamenti economici corrispondenti, evitando "forme di anarchia distributiva" poco chiare e anche dannose per il mercato.



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