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Smart working: conoscerlo per apprezzarlo

Un volume di Ugo Serena, underwriter di Generali, analizza vantaggi e opportunità di quello che non è un semplice lavorare da casa: come afferma il titolo del libro, si tratta di lavorare in maniera diversa e, si spera, più intelligente

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Lo smart working è l’ultima frontiera dell’organizzazione aziendale. E pure il settore delle assicurazioni sembra essere stato contagiato dalla novità. Allianz, Aviva e Zurich, tanto per citare alcuni esempi, hanno già adottato forme di flessibilità che consentono ai dipendenti di svolgere almeno parte del loro lavoro lontano dall’ufficio. Eppure, come naturale che sia di fronte alle novità, lo scetticismo non manca. Come si garantisce la produttività dei dipendenti? Come cambia l’organizzazione del lavoro? E ancora, se non c’è più nessuno da controllare in ufficio, che fanno i manager? Domande a cui cerca di dare una risposta Ugo Serena, senior underwriter per Austria, Central Eastern Europe e Russia di Generali Cee Holding, con il volume Il lavoro intelligente – Oltre lo smart working.

Istruzioni per l’uso
Ugo Serena, alla sua seconda prova da scrittore dopo il precedente Underwriter – Il mestiere dell’immaginare, parla di smart working con cognizione di causa: da qualche anno, come spiega nel volume, usufruisce di una certa flessibilità che gli consente di svolgere parte del suo lavoro lontano dall’ufficio. E ha avuto pertanto modo di sperimentare tutti i vantaggi e le criticità del lavorare da casa, maturando quell’esperienza che adesso mette a disposizione del lettore nelle pagine del suo volume.
Leggero, sintetico e a tratti persino ironico, il libro si presenta come un piccolo vademecum per neofiti. Indicazioni e consigli utili ricorrono ripetutamente fra le pagine del volume, fornendo risposte a chi si approccia per la prima volta allo smart working e pure a chi, pur continuando a lavorare in ufficio, desidera fare quello che ha sempre fatto in maniera più efficace e intelligente. Già, perché lo smart working, come si capisce già dal titolo, non è il semplice lavorare da casa: è un nuovo modello di organizzazione del lavoro che, se sfruttato pienamente, porta con sé numerosi vantaggi.

Lavorare in maniera intelligente
La prima parte del volume, dedicata proprio ai vantaggi dello smart working, delinea una situazione win-win: ci guadagna il dipendente, che può conciliare meglio gli impegni privati e quelli lavorativi, e ci guadagna il datore di lavoro, che non è più chiamato a sostenere costi esorbitanti per uffici enormi diventati inutili. Anche la comunità generale sembra beneficiarne. Basti a tal proposito l’esempio della Xerox, citato nelle battute iniziali del volume: grazie a un programma di smart working che ha coinvolto appena il 10% dei dipendenti, nel 2014 l’azienda ha ridotto le emissioni di CO2 di 40.900 tonnellate.
La transizione, tuttavia, può non rivelarsi facile: passare dal controllo dell’ufficio all’autonomia della propria abitazione può essere per qualcuno assai difficoltoso. Ed è qui che, a detta di Serena, entra in gioco il manager. Un manager che, nell’epoca dello smart working, deve per forza essere smart. “Il manager smart assumerà un ruolo non più di controllo e divisione del lavoro, ma di coaching”, si legge all’inizio della seconda parte, dedicata appunto al nuovo modello di management. Essere manager al tempo dello smart working, in questo contesto, significa essere in grado di ridefinire le gerarchie, porre obiettivi credibili a un dipendente che sa non essere più controllato costantemente, offrire l’autonomia e la trasparenza necessaria per consentire a tutti di fare al meglio il proprio lavoro anche lontano dall’ufficio.
L’ultima parte è invece dedicata al lavoratore. Attraverso il contributo di saggi e riflessioni di esperti del settore, si tratteggia l’identikit di quello che viene definito il “lavoratore disfunzionale”, e si offrono consigli utili per superare anni di abitudini e abbracciare pienamente le opportunità dello smart working. Il passaggio, come accennato, non è facile: servono organizzazione, disciplina, impegno, senso di responsabilità, capacità di abbandonare abitudini giustificate soltanto dal tempo. E magari anche l’aiuto di un buon libro.

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