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Generali, in sei mesi centrato l'obiettivo dell'utile

A fine giugno, l'operating Roe annualizzato è pari al 13,6%, in linea con il piano industriale. Traina Banca Generali

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Generali nei primi sei mesi dell'anno ha realizzato un risultato operativo in crescita del 4,1% a 2.588 milioni di euro, contro i 2.487 del corrispettivo periodo del 2016. L'utile netto a un miliardo e 200 milioni è in crescita del 3,7%. Bene il segmento danni, con un combined ratio che si conferma a ottimi livelli, al 92,9%. Grande contributo dal segmento holding e altre attività, grazie in particolare a Banca Generali, al contenimento dei costi operativi di holding (-3%) e a maggiori proventi da private equity e dal settore immobiliare registrati nel secondo trimestre. Cala invece il margine tecnico vita al netto delle spese di gestione assicurativa. L'operating Roe annualizzato è pari al 13,6%, in linea con l'obiettivo del piano industriale. 

La raccolta netta vita supera i 5,7 miliardi di euro e il calo del 23%, si legge in una nota del gruppo, "riflette sia la politica di sottoscrizione maggiormente selettiva nei prodotti risparmio e di ribilanciamento verso prodotti che presentano migliori caratteristiche in termini di ritorno rispetto al rischio, sia l'aumento dei riscatti osservato in Italia, Francia e Irlanda". 
I premi emessi vita sono pari a 25,3 miliardi (-1,8%), con il ramo I in flessione del 15,5%; i prodotti unit linked in aumento del 30%, in particolare in Italia e Francia, e le polizze puro rischio e malattia in crescita del 5,4%. Il valore della nuova produzione segna un deciso miglioramento del 51,8%, attestandosi a 942 milioni, dai 627 milioni del primo semestre dell'anno scorso. 

I prodotti danni aumentano a 11,3 miliardi (+1,5%) per effetto della crescita del ramo auto (+3,7%) in particolare in Germania, Paesi dell'Europa Centro orientale e nelle Americhe. Leggermente positivo anche l'andamento del non auto (+0,8%). 
In virtù di questi dati, i premi complessivi del gruppo raggiungono i 36,6 miliardi, in lieve calo (-0,8%) rispetto allo scorso anno.

Il patrimonio netto si attesta a 23.705 milioni di euro, in calo del 3,4% rispetto ai 24.545 milioni del 31 dicembre 2016. 
Il Preliminary regulatory solvency ratio, ossia il coefficiente che si basa sull'utilizzo del modello interno unicamente per le compagnie che hanno ottenuto l'approvazione da parte dell'Ivass e sulla standard formula per le altre compagnie, è pari al 188%, in miglioramento rispetto al 178% rispetto ai primi sei mesi del 2016. Infine, l'Economic solvency ratio, calcolato con il modello interno per l'intero perimetro del gruppo, si è posizionato al 207% dal 194% dello stesso periodo del 2016. 

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