Generali-Intesa, Gros-Pietro: mai parlato di offerte pubbliche
Secondo il presidente di Ca’ de Sass il Leone non avrebbe niente da cui difendersi
07/02/2017
Così è (se vi pare), per dirla con Luigi Pirandello. Generali dovrebbe poter dormire sonni tranquilli perché “non ha niente da cui difendersi”. Parola di Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, che ha risposto ai giornalisti in merito all’interesse di Ca’ de Sass per il Leone di Trieste. “Non abbiamo mai parlato di offerta pubblica di acquisto o di offerta pubblica di scambio. Non abbiamo mai parlato di offerte pubbliche”, ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che “ci sono semplicemente delle valutazioni che sono in corso presso il nostro management. Sui tempi non lo so anche perché è il management che sta procedendo alla valutazione”. Se queste parole sono il segnale di una marcia indietro, dopo le bocciature di molti analisti sull’ipotesi di merger, lo dirà il tempo. Per ora le uniche mosse effettivamente realizzate sono state fatte dalla potenziale preda, ha ricordato Gros-Pietro: “quello che noi abbiamo visto e che è stato comunicato – ha sottolineato – è che Generali ha acquistato il 3% dei nostri diritti di voto. Non sono gli unici investitori istituzionali che hanno acquistato, non solo diritti di voto ma azioni nel nostro capitale. È un capitale liberamente disponibile sul mercato. Abbiamo anche altri gruppi di assicurazione che partecipano al nostro capitale e per noi va bene”.
Ma Trieste non sta con le mani in mano
Ieri, intanto, sul tavolo del Comitato investimenti e operazioni strategiche si sarà certamente parlato dell’operazione di prestito titoli sul 3,01% di Intesa Sanpaolo. Il Comitato ha assunto una nuova caratteristica in seguito alla decisione assunta dal cda del Leone del 25 gennaio, quando è stato deliberato che il Comitato per gli investimenti estendesse le sue competenze istruttorie e consultive a supporto degli organi esecutivi anche alle operazioni aventi valore strategico. Del comitato fanno parte il ceo di Generali Philippe Donnet, il presidente Gabriele Galateri di Genola e i consiglieri Francesco Gaetano Caltagirone, Lorenzo Pellicioli, Clemente Rebecchini e Paola Sapienza oltre al cfo, Luigi Lubelli (da poco nominato in sostituzione di Alberto Minali), il cro Sandro Panizza e il cio Timothy Ryan. Secondo le indiscrezioni di stampa riportate alla vigilia dell’incontro, Generali potrebbe decidere di chiudere il vecchio contratto e valutare altre ipotesi quali l’acquisto di opzioni o di altri strumenti. Sempre secondo le stesse indiscrezioni, la riunione potrebbe essere anche stata utile per nominare un advisor in aggiunta a Goldman Sachs: i candidati al secondo mandato sarebbero Morgan Stanley e Jp Morgan. Tra le intenzioni della compagnia potrebbe esserci quella di accelerare l’esecuzione del piano strategico e, come arma per fermare eventuali operazioni ostili, potrebbe essere valutata quella di aumentare le dimensioni del gruppo, con operazioni sul capitale, ma allo stato non risulterebbero target o misure precise.
Ma Trieste non sta con le mani in mano
Ieri, intanto, sul tavolo del Comitato investimenti e operazioni strategiche si sarà certamente parlato dell’operazione di prestito titoli sul 3,01% di Intesa Sanpaolo. Il Comitato ha assunto una nuova caratteristica in seguito alla decisione assunta dal cda del Leone del 25 gennaio, quando è stato deliberato che il Comitato per gli investimenti estendesse le sue competenze istruttorie e consultive a supporto degli organi esecutivi anche alle operazioni aventi valore strategico. Del comitato fanno parte il ceo di Generali Philippe Donnet, il presidente Gabriele Galateri di Genola e i consiglieri Francesco Gaetano Caltagirone, Lorenzo Pellicioli, Clemente Rebecchini e Paola Sapienza oltre al cfo, Luigi Lubelli (da poco nominato in sostituzione di Alberto Minali), il cro Sandro Panizza e il cio Timothy Ryan. Secondo le indiscrezioni di stampa riportate alla vigilia dell’incontro, Generali potrebbe decidere di chiudere il vecchio contratto e valutare altre ipotesi quali l’acquisto di opzioni o di altri strumenti. Sempre secondo le stesse indiscrezioni, la riunione potrebbe essere anche stata utile per nominare un advisor in aggiunta a Goldman Sachs: i candidati al secondo mandato sarebbero Morgan Stanley e Jp Morgan. Tra le intenzioni della compagnia potrebbe esserci quella di accelerare l’esecuzione del piano strategico e, come arma per fermare eventuali operazioni ostili, potrebbe essere valutata quella di aumentare le dimensioni del gruppo, con operazioni sul capitale, ma allo stato non risulterebbero target o misure precise.
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