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Generali, leadership e razionalizzazione

All'Investor day di Londra, il ceo, Philippe Donnet, ha confermato i target per il 2018 e rilanciato su risparmi ed efficienza. Focus su brand, clienti e digital. Smentite le voci su 8000 esuberi

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Razionalizzazione, leadership, focus sui clienti. Queste le tre direttrici di Generali, esposte oggi a Londra durante l’Investor day, che ha confermato i target per il 2018.  Nell’aggiornamento del piano strategico, Generali mira all’ottimizzazione della presenza geografica, attraverso l’uscita  dai mercati non più attrattivi per un risparmio di un miliardo di euro; all’aumento del 15% della produttività sui mercati maturi e a un  processo di ristrutturazione e semplificazione che ha lo scopo di ridurre i costi di 200 milioni.
Donnet non ha tuttavia dato indicazione sui Paesi da cui il Leone di Trieste ha deciso di uscire, ma ha confermato l’intenzione di "snellire i marchi", cioè eliminare alcuni brand che concorrono tra loro in diversi Paesi e unirli sotto l’unico simbolo del gruppo. "Abbiamo un brand bellissimo, molto apprezzato, purtroppo non sfruttato a fondo - ha detto il ceo, sottolineando che - lo snellimento dei marchi non vuol dire che avremo un brand unico. Alcuni business richiedono marchi specifici, come Genertel o Cosmodirekt. Oppure ci sono marchi come quello di Alleanza, che è storico e non si cambia". Il gruppo, in questo modo, punta a incrementare del 3% il grado di preferenza nei mercati maturi e del 10% quello di awareness nei mercati promettenti.

Donnet ha anche smentito le indiscrezioni di stampa riguardo a un possibile taglio di 8000 posti di lavoro. "L'organico - ha precisato il ceo - è sceso di 1.500 persone dal mese di marzo, ma questo è dovuto soprattutto al rallentamento delle assunzioni e alle uscite naturali. Non ci sono esuberi e non ci saranno piani di ristrutturazione". Il discorso vale soprattutto per l'Italia che, ricorda Donnet, "ha già fatto la sua parte", subendo negli ultimi tre anni una profonda trasformazione: "stiamo parlando di fare più o meno le stesse cose negli altri Paesi", ha concluso. 

Mentre si stava tenendo l’Investor day, Generali era colpita da pesanti vendite a Piazza Affari (in sofferenza soprattutto per le banche).

Tornando a parlare di numeri, Generali prevede di raggiungere entro il 2018 un net free cash flow cumulativo di oltre sette miliardi di euro e dividendi aggregati oltre i cinque miliardi. Il return on equity (Roe) sarà, nelle intenzioni, oltre il 13% in media durante il periodo restante dell’attuazione del piano 2015-2018. 
Detto della razionalizzazione operativa, Generali punta a "rafforzare le competenze assicurative": in altre parole, mira a valorizzare il settore danni. Entro il 2018, attraverso "una crescita profittevole", il Leone punta a migliorare il combined ratio, "mantenendo il livello di eccellenza" rispetto ai competitor, rafforzando ulteriormente la redditività tecnica. Per farlo, nell’auto sarà rafforzata "la sofisticazione delle tariffe grazie anche all’uso di data analytics e della profilazione telematica attraverso MyDrive e Progressive"; nel non auto saranno promosse offerte "innovative" per raggiungere premi lordi diretti tra il 2% e il 4% al 2018: saranno valorizzati prodotti connessi (Smart Home), modulari e per i rischi emergenti, come le polizze sul cyber risk. Gli analytics saranno essenziali anche nella gestione sinistri per "garantire l’eccellenza tecnica e di servizio". 

Nel ramo vita il gruppo perseguirà un ribilanciamento della struttura di portafoglio, con una crescita attesa di otto punti percentuali della nuova produzione di prodotti a basso assorbimento di capitale (unit linked e protection) in Italia, Germania e Francia. Le garanzie in portafoglio caleranno di 30 punti base a un valore medio pari all’1,5% nel 2018, a cui corrisponderà un aumento di sei punti percentuali delle riserve capital-light (business vita a basso assorbimento di capitale).

Per quanto riguarda la distribuzione e la strategia sui clienti, Generali punterà soprattutto alla chiarezza e alla comunicazione. La polizza, promette il Leone, sarà “riassunta in un’unica pagina”, saranno forniti “aggiornamenti automatici con sms e app”, e si semplificheranno e digitalizzeranno le pratiche.  Un’altra iniziativa, definita “ad alto impatto”, è il Mobile Hub, che si baserà su “su una comunicazione diretta assicurato-agente-compagnia, attraverso l’uso dello smartphone”, promette di esaltare “contemporaneamente un ruolo attivo dell’agente, così informato in tempo reale dei bisogni del proprio cliente e della modalità di gestione da parte della compagnia”. Il risultato atteso porterà in tre anni un aumento della retention di due punti percentuali. 

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