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Bpvi pesa sui conti di Cattolica

La compagnia pensa al recesso unilaterale della partnership. Raccolta premi del primo semestre in calo del 25% a causa anche della situazione dell'istituto veneto

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Il cda di Cattolica Assicurazioni sta verificando l'opzione di recesso unilaterale degli accordi di partnership con Banca popolare di Vicenza, dopo che quest'ultima, per le note vicende, ha subito la trasformazione da società cooperativa in società per azioni. 
La compagnia, che ha anche comunicato il bilancio dei primi tre mesi del 2016, avrà tempo fino al primo settembre 2016 per rompere gli accordi rinnovati appena quattro anni fa. La convenzione stipulata prevede che Cattolica possa recedere unilateralmente nel caso in cui Bpvi deliberasse "la trasformazione della propria forma giuridica cooperativa o procedesse ad una fusione per sua incorporazione in altra banca o società finanziaria che non abbia la forma cooperativa".

Dopo la sottoscrizione dell'aumento di capitale della banca da parte del fondo Atlante, a sua volta partecipato da Cattolica con 40 milioni di euro, la partecipazione del 15,1% detenuta dalla stessa Banca popolare di Vicenza nel capitale sociale di Cattolica è stata assorbita da Quaestio Sgr, la società proprietaria del veicolo Atlante.
"Decideremo il da farsi - ha commentato in una nota il presidente della società, Paolo Bedoni - dopo aver valutato gli sviluppi in ambito Atlante, anche sulla base delle prospettive concrete e in tempi ragionevoli di ripresa della banca e dell'andamento del business di bancassurance delle tre società controllate". 

I RISULTATI DEI PRIMI TRE MESI DEL 2016 

Per quanto riguarda i conti, nei primi tre mesi dell’anno Cattolica ha realizzato un utile netto consolidato pari a 25 milioni di euro, in calo dai 33 milioni del trimestre 2015 di riferimento. "Il risultato normalizzato al netto delle svalutazioni - ha specificato la società - è di 32 milioni". 
L’utile netto di gruppo, al netto delle quote di terzi, è pari a 24 milioni contro i 30 milioni di marzo 2015 (-20%), sempre penalizzato da oneri non ricorrenti per sette milioni, conseguenti principalmente all’allineamento al prezzo dell'aumento di capitale di Banca popolare di Vicenza. 

Ma è la raccolta a soffrire di più della situazione di Bpvi, scendendo del 25% a 1.277 milioni di euro, rispetto ai 1.702 milioni del primo trimestre 2015. Il calo maggiore è nel ramo vita, dove la raccolta da lavoro diretto si è attestata a 805 milioni, con una diminuzione del 33,5%, a causa soprattutto "della debolezza dei canali distributivi legati alla Banca popolare di Vicenza". Ramo I e V calano del 31,1%, mentre il ramo III lascia sul campo oltre 50 punti percentuali (-52,1%).
Il ramo danni cala del 3,8% passando dai 487 milioni del primo trimestre 2015 ai 469 milioni del 31 marzo 2016. Nel comparto auto, la diminuzione è del 5% pur in presenza di un lieve aumento del numero dei clienti (+0,4%), ma con un calo del premio medio. Anche i rami non auto, con una raccolta premi pari a 194 milioni, calano del 2,1%. Buone notizie, invece, dal combined ratio, che passa da 93% del 31 marzo 2015 al 92%.

Dal punto di vista patrimoniale, il gruppo resta solido con un patrimonio netto in crescita a 2.164 milioni di euro (erano 2.159 al 31 dicembre 2015) e l’indice Solvency II pari a 1,90 volte il minimo regolamentare, calcolato con la standard formula. Il gruppo assicurativo ha annunciato che presto chiederà all'Ivass l'autorizzazione all'uso di un modello interno, secondo i parametri specifici d’impresa (Undertaking specific parameter), per il ramo danni. 
La società conferma i target del piano industriale e l'amministratore delegato, Giovan Battista Mazzucchelli, ha ribadito di puntare "sul maggior sviluppo delle reti proprietarie, con un focus nel comparto previdenza e welfare, e - si legge nella nota - sulla ripresa delle reti bancarie per le quali ci sono già segnali nei mesi di aprile e maggio, oltre all’ampliamento delle attività legate alla piattaforma Click2go presso le Banche di credito cooperativo".

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