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Generali Italia partner della mostra sullo Steve Jobs del Rinascimento

Alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, l'esposizione dei volumi prodotti dall'umanista Aldo Manuzio: innovatore e inventore dei libri tascabili

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Aldo Manuzio era lo Steve Jobs del Rinascimento. Come il fondatore di Apple, che è partito dalla calligrafia per arrivare all’iPad, l’umanista e stampatore, attivo a Venezia dal 1490 al 1515, ha innovato come nessun altro il neonato mestiere di tipografo, inventando quello dell’editore. Manuzio ha introdotto il corsivo, la punteggiatura nella lingua volgare, una gabbia grafica della pagina chiara e leggibile e soprattutto ha prodotto i primi libri in ottavo, ovvero tascabili. Ha contribuito come nessun altro nella sua epoca alla diffusione della cultura classica e in volgare in tutta Europa, creando anche una rete distributiva internazionale e capillare; ha modificato le pratiche di lettura, rendendole più semplici e agili e ha collaborato con i principali intellettuali della sua epoca, Erasmo da Rotterdam su tutti.   

Trenta capolavori stampati di Aldo Manuzio (le aldine), dal 2 dicembre fino al 28 febbraio 2016, sono esposti alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano, in occasione di una mostra curata da Marina Bonomelli e Angelo Colombo. Aldo Manuzio in Ambrosiana, questo il titolo, ha come partner Generali Italia che, oltre ad aver finanziato l’esposizione, ha curato la ricerca e la catalogazione di oltre 250 esemplari che la Biblioteca Ambrosiana già possedeva.  

“Tra Generali e Aldo Manuzio – ha commentato l’ad di Generali Italia, Philippe Donnet, durante l’evento di inaugurazione – c’è una particolare affinità: condividiamo una vocazione per la diffusione della cultura, perché crediamo che arte e letteratura facciano da stimolo alla crescita delle civiltà. Il supporto alla mostra rappresenta il nostro contributo a supporto dello sviluppo della nostra società: il sostegno all’arte e alla cultura fa parte, da sempre, del dna di Generali”, ha concluso Donnet.  

Tra i principali lavori di Manuzio, presenti all’Ambrosiana, si possono ammirare la monumentale edizione di Aristotele, cinque volumi (1495-1498); l’eccentrico libro, una sorta di romanzo, intitolato Hypnerotomachia Poliphili (1499), considerato il capolavoro dell’umanesimo italiano; i classici latini tascabili, stampati in corsivo (1501) e l’edizione della Divina Commedia, intitolata Le terze rime (1502), celebre per l’introduzione della punteggiatura. I libri di Manuzio avevano mediamente una tiratura di un migliaio di copie, ma un’edizione tascabile di Catullo, presente in Ambrosiana, era stata stampata in oltre 3000 esemplari. 

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