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Piano Palladio-Sator per Fonsai, vendite e fusione con la Milano

Entro il 2015 utile netto a 420 milioni di euro e solvency ratio al 160%

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Il piano Sator-Palladio per il salvataggio del gruppo Fonsai, chiamato Mettere Fonsai al primo posto. Un modo semplice di creare valore, prevede la vendita di Ddor, Liguria SasaBanca Sai, Ata Hotels e di altre attività nell'immobiliare, nel comparto agricolo e sanitario. Fonsai ricapitalizzata e indipendente, sfruttando il proprio potenziale di crescita raggiungerebbe grazie al piano di Sator e Palladio un margine di solvibilità oltre il 160%". Parola di Matteo Arpe. L'ad del fondo Sator ha così presentato la proposta di salvataggio della compagnia, alternativa a quella di Unipol. Nel materiale illustrato nella conference call dal fondo di Meneguzzo e Drago e quello di Arpe, si prevede per la compagnia un utile netto a oltre 420 milioni nel 2015 con la fusione con la controllata Milano Assicurazioni "per semplificare la struttura del business". 

Fondiaria-Sai con il piano di Palladio e Sator comincerà a distribuire dividendi attorno al 60% dell'utile operativo a partire dal 2014: "Nella prima fase della ristrutturazione - ha spiegato Arpe - non ci aspettiamo un dividendo". Contemporaneamente le linee guida, al contrario di quelle di Unipol, non prevedono la fusione con Premafin, "non c'è nessuna possibilità" di fondere la compagnia e la holding, ha ribadito Arpe. "Premafin - ha spiegato - deve essere ricapitalizzata solo per sostenere il rilancio di Fonsai". Inoltre è prevista la revisione della strategia di Popolare Vita, la joint venture nella bancassurance con il Banco Popolare.

Capitolo debito

Per Premafin, secondo quanto emerge dalle slide delle due finanziarie, la ristrutturazione avverrà sotto la protezione dell'articolo 67 della legge fallimentare per "riportare una struttura finanziaria più bilanciata". Il piano prevede per la holding la restituzione in contanti di 100 milioni, la ristrutturazione di 150 milioni di debito senior e di 150 milioni attraverso la sottoscrizione di un veicolo di investimento. Per quanto riguarda invece Fonsai il debito subordinato "sarà ristrutturato per dividere equamente la responsabilità del rilancio di Fonsai fra tutti gli stakeholder".

Per ora nessun partner industriale

Sator e Palladio "non hanno avuto alcun contatto o trattativa per coinvolgere un partner industriale" nel riassetto alternativo, ha specificato Arpe, pur non escludendo che in futuro potrebbe servire. Il numero uno di Sator ha spiegato che con le soluzioni dei fondi Fondiaria-Sai sarà una compagnia "indipendente e finanziariamente forte", perché il piano offre "una soluzione semplice, realizzabile, efficace e immediata".
Al contrario di come, fa intuire un po' maliziosamente Arpe, Unipol fa passare Fondiaria Sai, questa "non è una bad company", ma "una società in una cattiva situazione" che lui stesso e i vicentini potranno "risolvere". Il top manager ex Capitalia ha attaccato il piano di Unipol per il salvataggio di Fonsai: "sembra complicato ed effettivamente lo è. La nostra proposta - ha detto - punta a liberarla (Fonsai, ndr) da una cattiva governance e da un'operazione peggiore. Crea un competitore indipendente", attraverso una proposta "semplice, consegnabile, effettiva e immediata". I fondi credono, o in alternativa sperano, che l'esclusiva con Unipol cadrà: "è solo una questione di tempo, speriamo nel breve tempo", ha sottolineato Sator. Inoltre se "la struttura dell'offerta di Unipol verrà modificata, questi problemi legali si risolverebbero da soli". 

Niente exit strategy per i fondi 

Ma quale sarà l'exit strategy dei fondi, qualora la loro offerta non verrà presa in considerazione? Palladio e Sator non hanno considerato fino a ora nessuna via d'uscita. "Ci auguriamo - hanno detto - che la nostra proposta venga esaminata. Non abbiamo alcun piano B". Inoltre anche alla fine del piano triennale presentato oggi, Arpe ha specificato che non sarà presa in considerazione una fusione tra Premafin e Fonsai: "La nostra quota in Premafin sarebbe un investimento di lungo termine. Abbiamo un orizzonte tra le due società (Sator e Palladio) tra i 10 e i 12 anni, saremo investitori di lungo termine".

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