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Generali, utile netto del primo semestre 2012 a 842 milioni di euro in crescita del 4,5%

Il board chiede al nuovo group ceo Mario Greco di migliorare il ritorno degli azionisti. In pochi mesi nuovo piano industriale. Il cfo Agrusti nega l’ipotesi di aumento di capitale

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Il gruppo Generali chiude il primo semestre del 2012 con un utile netto a 842 milioni di euro, in crescita del 4,5% rispetto agli 806 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. I profitti risultano in forte progressione nel secondo trimestre (+44,5% rispetto al medesimo quarto del 2011). Il risultato operativo resta sostanzialmente stabile a 2,34 miliardi (-0,1%). I premi totali crescono del 2% a 35,6 miliardi, soprattutto grazie al contributo dei rami danni che migliorano del 5,2%. Balzo del patrimonio netto che sale a 17,4 miliardi, in aumento del 12,1% da fine 2011. Buona anche la performance del solvency I al 130%, contro il 117% del 31 dicembre 2011. Il gruppo prevede inoltre una crescita del risultato operativo 2012.

Questi in sintesi i numeri che ha comunicato Generali durante la conference call di oggi. Le previsioni degli analisti, che vedevano un utile intorno agli 800 milioni sono state battute decisamente. Ma i risultati per una volta non sono stati il piatto forte della conference: il debutto del nuovo group ceo Mario Greco, cooptato ieri sera dal cda della compagnia, ha catalizzato l'interesse degli analisti e del mercato.

Il nuovo ad ha preceduto la presentazione dei risultati affidati al cfo Raffaele Agrusti, affermando che è stato molto difficile lasciare Zurich, ma la sfida di far tornare Generali ai livelli dei migliori player internazionali era irresistibile". Ma la priorità principale, come è stato specificato dal board, è quella di "migliorare il ritorno degli azionisti". Greco ha anche accennato ai tre punti chiave su cui lavorare: "Nei prossimi mesi - ha detto - presenterò un nuovo piano strategico. Un completo riesame delle performance finanziarie e operative, confrontandole con quelle dei competitor migliori. Poi mi concentrerò sul mix portafoglio. Terzo passo sarà l'esame della struttura organizzativa dei processi decisionali e della governance di gruppo. Per questo viaggerò anche molto per incontrare il management e capire le opportunità di crescita".

Tornando ai risultati la performance del vita ha raggiunto il miliardo 1,65, con una crescita del 3,1%, mentre il risultato operativo danni è stato pari a 755 milioni in calo del 5,9% sullo steso periodo del 2011, gravato per 255 milioni, di cui 155 a causa del terremoto in Emilia Romagna. L'impatto delle catastrofi ha influito per 2,4% sul combined ratio che si attesta al 97,1% (96,5% nel primo semestre 2011). Al netto dei danni catastrofali in entrambi i periodi l'indice migliora di 1,5 punti percentuali, grazie al controllo delle spese, alla crescita dei premi e all'attenta politica sottoscrittiva. 

In Italia i premi del Vita (-3,8%) hanno risentito dell'andamento dei premi unici, mentre c'è stata una forte crescita dei prodotti previdenziali individuali aumentati del 16,3%, e favorita dai nuovi prodotti del gruppo nel settore. Polizze collettive e fondi pensione crescono invece del 12,1%. La raccolta netta Vita è negativa per 378 milioni a seguito della decisione di non rinnovare ulteriormente contratti con premi elevati ma livelli di redditività giudicati non più in linea con le attese, in particolare in Francia, Italia e Spagna. "Sui flussi netti del segmento - ha specificato Agrusti - noi siamo fiduciosi perché non sono previsti riscatti, scadenze o mancati rinnovi, come accaduto nel primo trimestre".

Durante la fase di domande degli analisti, Agrusti ha chiarito che il combined ratio previsto per fine anno si attesterà al 95%, senza l'impatto delle nat cat. L'esposizione cross border del gruppo sui titoli di stato italiani in giugno e luglio è passata da 15 a 8,5 miliardi in valore nominale, ha specificato il cfo. Infine, riguardo all'aumento di capitale che molti analisti vedrebbero possibile Agrusti ha detto testualmente che "non c'è nessuna intenzione a riguardo". 

Sollecitato da vari analisti sulla questione della put option che il finanziere Petr Kellner eserciterà nel 2014 sul 49% della joint venture Generali-Ppf, Agrusti ha sottolineato che al momento non ci sono novità e che quindi "non ci sono cambiamenti rispetto a quanto già annunciato a fine aprile". Il risultato operativo di Ppf, ha confermato il cfo è 250 milioni di euro. Tra l'altro i Paesi dell'Europa Centro-orientale, dove opera soprattutto la joint venture, confermano l'elevata redditività con un combined ratio del segmento Danni a 87,5%.

Per quanto riguarda le cessioni, l'ad Sergio Balbinot ha specificato che al momento niente si può dire, perché il nuovo ceo Mario Greco presenterà i piani all'interno della nuova strategia industriale. Anche sulla possibile cessione di Bsi, la banca svizzera italiana, Balbinot non ha detto nulla. Agrusti ha però ricordato che a valore di carico l'asset pesa per 2,3 miliardi.     
 
La guidance sull'utile netto, che l'ex ceo Giovanni Perissinotto aveva dato compreso in una forchetta tra 1,4 e 1,8 miliardi di euro, resta invariata, perché, ha detto Agrusti "si dovrà valutare l'andamento dei mercati finanziari"; come del resto la politica dei dividendi, che sarà eventualmente rivista a novembre, quando Greco presenterà le nuove strategie di gruppo.  


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