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Unipol-Fonsai, concambi ok. Utile a 814 milioni di euro nel 2015

I cda di Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni vedono la fusione entro i primi sei mesi del 2013. Solo i Ligresti votano contro, mentre Assogestioni si astiene. Bologna staccherà anche una cedola straordinaria di 150 milioni agli azionisti

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Concambi ok, la fusione parte ufficialmente anche se rimane il nodo Milano Assicurazioni. Carlo Cimbri, ad sia di Unipol, che di Fonsai e MIlano, ha sostenuto ieri in conferenza stampa, dopo la presentazione del piano industriale per la fusione, che, i concambi sono fair", e Bologna "non si svenerà per la Milano". I problema sono gli azionisti di risparmio della Milano, a cui verranno offerte azioni di categoria B di Fonsai. Questi azionisti, in assemblea, potrebbero bloccare la fusione con la Milano "perché - ha spiegato Cimbri - da azionisti con un privilegio di primo rango vedranno il loro privilegio perdere un grado ed essere subordinato a quello degli azionisti di risparmio A di Fonsai". 

Nel caso la fusione avvenisse a tre "Unipol avrà il 70,53% della compagnia, Premafin lo 0,97%, gli azionista ex Fonsai il 28,50% e non ci saranno azioni per la Milano che resterà quotata e controllata al 63-64% da Fonsai. Ci saranno un po' meno di sinergie di costo'', ha ammesso Cimbri, con una possibile riduzione dell'utile prospettico al 2015 di una trentina di milioni. 

Ad ogni modo la fusione è cosa fatta. I cosiddetti concambi fair, che daranno vita a UnipolSai, si attestano al 61% del maxi-polo a Unipol, 27,46% a Fonsai, 10,69, alla Milano e 0,85% a Premafin. Tutti d'accordo nei cda, tranne i Ligresti: Luigi Reale, eletto su indicazione della famiglia siciliana, nel board di Premafin ha votato contro, mentre l'ingegnere di Paternò ha annunciato di non voler rinunciare al diritto di recesso. I rapporti di concambi, dicevamo, sono stati giudicati positivamente dai comitati parti correlate delle quattro società; solo nel comitato degli indipendenti di Fonsai si è registrata l'astensione del rappresentante di Assogestioni, Gianpaolo Galli.

La nuova max-compagnia che uscirà dalla più importante fusione assicurativa degli ultimi anni, raccoglierà 15,6 miliardi di premi e avrà un margine di solvibilità pari a 1,8 volte il minimo regolamentare (180%). Sarà prima nel mercato danni e seconda, dopo Generali, nella somma vita-danni. Gli azionisti di Unipol, ha annunciato Cimbri, avranno anche un ulteriore regalo, cioè una cedola straordinaria pari a 150 milioni, che sarà staccata per riequilibrare "la variazione patrimoniale intercorsa nel 2012" tra Fonsai e Bologna. Ugf sembra quindi permettersi un esborso straordinario. Cosa che non accadrà invece per gli sharholder di Fonsai, compagnia ancora tecnicamente in perdita. La società, ha spiegato Cimbri, non potrà distribuire dividendi per via di un margine di solvibilità che beneficerà contabilmente degli effetti della fusione (il margine di gruppo di 140-150% è per ora solo un pro-forma) solo nel 2013, quando verrà siglato l'atto di fusione. Nel 2013 però l'ex impero Ligresti potrebbe vedere la luce: "un risultato positivo - ha sottolineato l'ad - ci sarà già nel 2013", quando finalmente si potrà "remunerare il capitale", con un pay-out tra il 60 e l'80%. Non bisogna però dimenticare i costi di integrazione una tantum che sono pesati su Fonsai: 300 milioni nei tre anni a fronte di sinergie per 350 milioni. Nel 2014 e nel 2015, quando costi saranno spalmati tra le quattro società, saranno più abbordabili.  

Ultimo capito: le cessioni. L'Antirust, nonostante il ricorso di Unipol, ha imposto la cessione di 1,7 miliardi di premi che nel 2013 saranno concentrati "nel settore rc auto" e saranno tolti alla Milano Assicurazioni, anche qualora questa dovesse restare una controllata. Infine l'ad ha confermato che la quota dell'1% di Generali detenuta da Fonsai è stata già ceduta a inizio dicembre, mentre entro un anno il 3,8% di Mediobanca uscirà dal portafoglio della nuova UnipolSai, e l'esposizione sarà ridotta di 350 milioni.

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