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Aviva, in Italia aumenta l'utile operativo a 206 milioni di euro

Positivi i risultati italiani grazie ad azioni di trasformazione e de-risking e ad una più selettiva strategia di underwriting. A livello di Gruppo perdite per tre miliardi di sterline nel 2012 e taglio del dividendo a 19 pence per azione

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Il 2012 di Aviva è stato contraddistinto da un radicale riposizionamento. Il gruppo ha chiuso l'esercizio dello scorso anno con una perdita di poco superiore ai tre miliardi di sterline, legate principalmente alla vendita del business negli Stati Uniti d'America a seguito della decisione di focalizzarsi sulle attività ad alto valore aggiunto. L'utile operativo si è ridotto del 4% nel 2012 a 1.776 milioni di sterline contro i 1.857 milioni del 2011, calo dovuto principalmente agli impatti negativi del cambio. Il combined ratio operativo è in calo al 97% (97,5 nel 2011). La priorità legata all'incremento del capitale ha portato il surplus da 3,5 miliardi di sterline a 7,1 miliardi a fine 2012.

Questi aspetti, insieme a importanti esigenze strutturali di lungo periodo, hanno portato alla difficile decisione di ridurre il dividendo, portandolo a 19 pence per azione contro i 26 dello scorso anno. Aviva - spiega il group ceo Mark Wilson - ha molti punti di forza su cui fare leva: siamo leader di mercato in diversi paesi, che portano già oggi concreti ritorni, e abbiamo altri business che presentano un reale potenziale di crescita. La mia intenzione - sottolinea Wilson - è quella di semplificare il business di Aviva, facendone una compagnia con un solido bilancio in grado di garantire ritorni e una crescita sostenibile".

In Italia, invece la compagnia vede crescere il proprio utile operativo a 206 milioni di euro (85 milioni nel 2011), grazie ad azioni di trasformazione e de-risking e ad una più selettiva strategia di underwriting. Nel ramo vita la raccolta si attesta a 2.425 milioni di euro, risultato in linea non solo con il trend di mercato, ma anche con la strategia di Aviva in Italia orientata verso prodotti più profittevoli. Il business mix è equamente diviso tra prodotti with-profit e unit-linked, mentre la protection resiste grazie ai prodotti stand alone in un mercato impattato dalla minore domanda di mutui e prestiti. La redditività nel vita è cresciuta, con un tasso di rendimento interno al 12,4% (nel 2011 era al 11,5%). Nel ramo danni i premi netti si attestano a 439 milioni di euro, come risultato di azioni legate alla redditività e al risanamento del portafoglio. Migliora il combined ratio operativo in modo significativo a 99,8% (dal 115,7% nel 2011).

All'interno della nuova strategia di gruppo, Anche in Italia Aviva ha ridefinito la propria strategia, attorno alle partnership con Unicredit e Ubi Banca per il vita, e al rafforzamento delle relazioni con i 500 agenti della compagnia e della partnership con il Banco Popolare per il danni. "Abbiamo vissuto un anno di importanti cambiamenti - spiega Patrick Dixneuf, ceo di Aviva Italia - grande attenzione è stata data a una cultura basata sulle più alte performance e su una migliore gestione degli stakeholder".

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