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Generali, possibile azione contro Perissinotto e Agrusti

Sotto osservazione gli investimenti in private equity e in fondi alternativi. Intanto, nei nove mesi è boom degli utili a 1,6 miliardi di euro, in aumento del 40,4%

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L'Ivass ha chiesto a Generali di tornare a pronunciarsi in merito all'ipotesi di un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex amministratore delegato, Giovanni Perissinotto, e dell'ex direttore generale, Raffaele Agrusti. A renderlo noto, su richiesta della Consob, è lo stesso gruppo triestino. L'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni ha chiesto al cda del Leone di esprimere una valutazione sull'adeguatezza" delle buonuscite accordate ai due manager e di considerare delle "iniziative di recupero". Il cda di Generali - spiega la nota - aveva già valutato se sussistessero i presupposti per iniziative legali a tutela della società riguardo agli investimenti in private equity e fondi alternativi finiti sotto osservazione. 

"Sulla scorta del parere legale acquisito, è risultato escluso qualsiasi profilo di rilevanza penale", sottolinea il Leone. Il collegio sindacale del Leone ha a sua volta ritenuto che, per la promozione di un'azione di responsabilità "gravasse sulla società un articolato insieme di oneri probatori, che presentava profili di incertezza alla luce degli esiti delle verifiche svolta". Il ceo di Generali, Mario Greco, ha voluto sottolineare che "stiamo parlando di fatti talmente conclusi che non hanno impatti contabili ulteriori, né alcun tipo di impatto perché tutte le persone coinvolte non sono più nella società".

Il gruppo Generali, oggi, ha anche presentato il consuntivo dei primi nove mesi del 2013. I risultati sono stati positivi, oltre le aspettative degli analisti. La raccolta premi ammonta a 49 miliardi di euro, divisi tra i 32,8 miliardi, con un aumento dello 0,9% nel ramo vita e 16,2 miliardi nei danni, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+0,1%). L'utile netto ha toccato 1,6 miliardi di euro, in aumento del 40,4%, mentre il risultato operativo risulta in crescita del 6,2% a 3,4 miliardi, sulla scorta soprattutto dei rami danni, che sono cresciuti del 20,3% a 1,3 miliardi. Il combined ratio del ramo danni si è attestato al 95,1%, diminuendo di 1,6 punti percentuali. In calo del 2% invece l'utile operativo del vita a 2,1 miliardi. L'indice di Solvency I alla fine di ottobre è salito al 152%, in continuo miglioramento dal 143% del 30 settembre e dal 139% di giugno, sorretto dall'impatto positivo di cinque punti derivanti dalle cessioni negli Usa e in Messico.

Infine a sostituire l'ex vice presidente Vincent Bollorè, il cda ha nominato Clemente Rebecchini, direttore centrale responsabile della divisione principal investing di Mediobanca, già presente nel board. Il finanziere francese non è stato comunque ancora sostituito nel cda, cosa che avverrà nella prossima riunione. 

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