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Carige, un mese delicato

Oggi il cda della Fondazione per decidere un eventuale rinvio dell'aumento di capitale. Slitta la cessione delle compagnie assicurative del gruppo

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Oggi il cda della Fondazione Carige (che controlla il 46,5% della banca ligure) dovrà decidere se chiedere il rinvio dell'aumento di capitale da 800 milioni (chiesto da Bankitalia e indicato dagli azionisti), rischiando uno scontro con la banca, oppure procedere a una ricapitalizzazione che potrebbe costarle una diluizione fino al 14% del capitale e la perdita di controllo della società. Resta ancora aperto il nodo legato alla cessione delle due compagnie assicurative del gruppo, Carige Vita Nuova e Carige Assicurazioni: venerdì scorso, pur ribadendo l'impegno alla dismissione dei due asset, il cda della banca ha ammesso che non riuscirà a concludere la vendita in tempi coerenti" con le esigenze di rafforzamento e "soddisfacenti per la banca e gli azionisti". Questo un problema per il principale azionista, Fondazione Carige, che vede delusa la propria aspettativa di ridurre l'ammontare dell'aumento. Per questo il presidente della Fondazione, Paolo Momigliano, assieme ai suoi advisor, sta soppesando l'alternativa, di chiedere al cda di Carige la convocazione di un'assemblea straordinaria che modifichi i confini temporali della delega sull'aumento (il cui esercizio è previsto entro il 31 marzo) così da guadagnare un po' di tempo per chiudere le cessioni e trovare uno o più soci a cui cedere una parte del 46% del capitale attualmente in mano alla Fondazione.


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