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Auto d’epoca, assicurazione e antica passione

Nel settore Rca vanno inserite anche le auto d’epoca, vecchia passione di molti, le cui automobili escono raramente dai box e solo in particolari occasioni, per esempio raduni o rally.

Il 19 e 20 settembre a Capoliveri (Isola d'Elba) si è svolta una delle più importanti gare per questi vecchi autoveicoli  che, per gareggiare, devono  vantare almeno 20 anni dalla prima immatricolazione.
Una miriade di persone sentiva rombare i motori e guardava ammirata le auto che, guidate con grande abilità, correvano per le strade dell’isola.

Tutte bellissime, tirate a lucido come fossero delle affascinanti signore.

Per far sì che un’auto diventi “storica”, è necessario svolgere delle pratiche ben precise, lunghe, tra le quali iscriversi ad un registro.

In Italia ne esistono quattro: Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo e l’Automoto Storico Italiano (ASI).
Come si sa,  l’Asi è conosciutissima in tutta Italia, accetta vetture di ogni tipo, al contrario degli altri “registri”, che accettano solo marche specifiche.

Ritornando all’Asi, essa è la più importante e antica federazione, con centinaia di club sparsi sull’intero territorio nazionale.

Per mettere le auto in regola, non solo da un punto di vista assicurativo,  è quindi indispensabile iscriversi contemporaneamente all’Asi e ad un club federato: limitarsi al primo  non è possibile. Il costo di tutto ciò non è elevato: dipende dalla zona e dal tipo di automobile. Di norma si aggira attorno ai 100/200 euro. Questo solo per il primo anno, poi lo stesso  prezzo va decrescendo. Subito dopo, è necessaria l’iscrizione ad un altro “registro”, sempre con la certezza che il veicolo abbia almeno venti anni, sia ben conservato e che carrozzeria e motore siano ancora costituiti da pezzi originali.

Le iscrizioni sono subordinate a verifiche tecniche severe, svolte dagli stessi club.

Nel settore assicurativo non è facile trovare la compagnia disponibile ad assicurare questi tipi di autoveicoli. Va detto che negli anni 2000 le imprese hanno subito diverse frodi, grazie a fantomatiche “federazioni di auto d’epoca” che rilasciavano, con disinvoltura, certificazioni fasulle, giusto per ottenere sconti. Le auto circolavano normalmente per le strade italiane, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. A quel punto le compagnie hanno tirato i remi in barca.

Quindi, all’italiano che desiderasse assicurare la propria auto storica resta solo la scelta di recarsi presso un’agenzia, da un agente di sua fiducia, in quanto sui siti ufficiali delle imprese assicurative, di questo tipo di settore, non sembra esservi traccia. L’agente è in grado di consigliare la polizza giusta, con l’impresa che tratta questo settore, a premi inferiori di una normale  Rc auto.

Sempre, come già detto, che il potenziale assicurato sia in grado di fornire l’iscrizione all’Asi e al Crs (certificato di rilevanza storica e collezionistica).

Al di là degli adempimenti burocratici e delle iscrizioni a vari club e registri, l’assicurato ha l’obbligo di pagare “ancora” la tassa automobilistica e il  “vecchio bollo” (legge 4/DF del 4/2015).

La passione per le auto “vintage” è molto popolare, per chi se lo può permettere.

Esiste probabilmente anche il desiderio di condividere con altri automobilisti il piacere di correre, di far ammirare la propria auto,  roboanti sgommate e inquinamento dell’aria a volontà! Per chi ama questo settore, il rombo del vecchio motore è un po', forse, come il battito del proprio (magari vecchio) cuore!



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