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Il digitale crea la rivoluzione?

Nella nostra quotidianità i cambiamenti sono all’ordine del giorno. Forse oggi stiamo imboccando la terza rivoluzione, quella “digitale”, dopo l'industriale.
Siamo tutti, chi più chi meno, “digitalizzati” e pare che i soggetti connessi (smartphone & C.) raggiungano una cifra attorno ai 25 milioni di italiani, ben oltre i 40 milioni coloro che usano uno computer (quindi quasi due per famiglia).
Quattro quinti di costoro accedono a internet, più coloro che si collegano a una rete mobile.
In questo settore l'Italia è sempre più a “la page”: questo fa sì che si modifichino le abitudini, spesso i gusti su prodotti e servizi, in altre parole il nostro modus operandi!
La trasformazione avvenuta con il digitale credo stia avviando processi di profondo cambiamento, vuoi per l'uso di nuovi mezzi tecnologici e digitalizzazioni varie, che vanno ad influire, inevitabilmente, sui processi aziendali e fattori di business, ma anche familiari.
Dal “fai da te” dell'investitore su piattaforme ad hoc, all'home banking, all'iPad che illustra prodotti assicurativi nei dettagli.
Questo nuovo mondo sta intervenendo, ma meglio sarebbe dire si sta insinuando – piano piano – , anche nelle strategie di marketing, che possono far nascere nuove possibilità nelle strategie di penetrazione in un mercato di per sé depresso, soprattutto nei confronti di una clientela certamente con una “età”  al disotto dell'utente medio e con un percorso nozionistico di vita maggiormente scolarizzato.
Il galoppante processo verso il digitale, vuoi nel settore bancario come in quello assicurativo, ha trasformato anche i modelli della comunicazione tra coloro che usufruiscono dei suddetti servizi . Gli investimenti in tal senso vanno dai call center ai blog o ai social network.
Le compagnie di assicurazione in particolare modo, ma anche gli istituti di credito, grazie a questo nuovo modo di presentarsi in tempo reale, propongono alla collettività un concreto e valido veicolo di informazioni, andando a toccare direttamente il sub-conscio del potenziale acquirente, facendogli desiderare ciò che non possiede ancora, risparmi concreti, coperture e servizi vari. Il consumatore viene invogliato, stimolato al “nuovo”, ma anche a reali necessità, con flash pubblicitari studiati su misura per l'odierna società, seppur brevissimi, a volte anche formativi.
Questi nuovi sistemi informatici hanno attivato, forse svecchiato e spinto anche l'Ania verso il digitale. Tanto che sul sito, davvero interessante, comprese le c.d. “Pubblicazioni” (dispense tecniche di ottima qualità, valenza e chiarissime), pare intenda instaurare una sorta di “assurance education”, che non vuole essere solo verticale ma, soprattutto, orizzontale.
Dai dati rilasciati dalle imprese assicurative “pure player on line”, risulterebbero riscontri positivi , piccoli e costanti incrementi, e man mano che il tempo trascorre e i nuovi sistemi si specializzano, anche questo modus operandi, a volte molto criticato, dà segni di miglioramento.
Di questo si deve ringraziare anche all'Istituto di Vigilanza, Ivass, che ha imposto recentemente di veicolare contenuti comprensibili, veritieri e trasparenti.
A vantaggio degli assicurati, molte compagnie hanno messo a disposizione del cliente piattaforme che diventano parte integrante di una “comunità” di assicurati, per potersi scambiare esperienze, novità, gioie e dolori, entrare immediatamente in possesso di alcuni dati del proprio contratto (scadenze, numero di polizza, garanzie, notizie su un proprio sinistro, ecc.). Il tutto affinchè l'assicurato possa accedere con più facilità alla gestione della propria polizza.
Il tempo è denaro e il fatto che migliaia di informazioni giornaliere vengano attinte direttamente dall'utente rappresenta è un risorsa straordinaria, che porta con sé concreti risparmi gestionali.
Ottimo principio è anche l'interattività: non è solo utile fornire l'accesso alle informazioni ma – a mio parere - fondamentale sarebbe renderle “formative”, cercando, facendo leva proprio sul valore dell’interattività, di presentare notizie e nozioni con semplicità, rendendole utili e alla portata intellettuale dell'interlocutore-cliente.
Alcune imprese on line, nate inizialmente per la distribuzione del un solo ramo (R.C. Auto), con la crescente trasformazione digitale, cominciano ad estendersi a prodotti diversi retail e di nicchia.
Qualche compagnia sta lanciando delle "App" attraverso la quale gli utenti, possono interagire con le proprie valutazioni semplicemente “loggandosi”.
In sintesi, è un mondo in piena evoluzione, globalizzato, digitalizzato, al quale gli italiani guadano con interesse, ma ancora con sospetto.
Sarebbe sufficiente, per i “negozi on line”, ricercare un loro grado di affidabilità.
Tutti siamo coscienti che regge ancora molto bene il confronto diretto tra intermediario e cliente, per la sempre maggiore sicurezza, esperienza e professionalità che propone, agente o broker che sia, a ogni incontro. Al contrario di una versione della vendita digitalizzata che, agli over 60, può quasi apparire “virtuale”.
La fisicità del colloquio, la sede, la fidelizzazione che emana sul proprio territorio rimane un'ancora di tranquillità, sicurezza, che si aggancia alla certezza del poter sempre contrattare, modificare, discutere e, perché no, prendere un caffè assieme al proprio intermediario che, con professionalità e competenza, protegge famiglie e aziende.
 Quius? Quale dei due?
Mercato, innovazione, competenze e professionalità: solo loro sapranno scegliere decretando l'ultima parola!!

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digitale,
👥 Carla barin,

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