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Fare squadra in equilibrio dinamico

Tre domande per riflettere e fare scelte consapevoli in un mondo in continuo cambiamento

Watermark vert
Gestire la complessità è il grande tema dei nostri giorni, così come la velocità di trasformazione degli scenari attorno a noi. Viviamo in un periodo di accelerazione del cambiamento che stravolge molte delle certezze costruite nel passato e ci costringe, nonostante la disponibilità di tecnologie avanzate, big data e algoritmi predittivi, a fare scelte per il futuro in un clima di costante incertezza.
In un simile contesto diventa indispensabile essere pienamente coscienti della situazione per poter sfruttare al meglio le opportunità che emergono. Per questo propongo alcune riflessioni insieme a tre domande utili per riflettere e fare scelte consapevoli in un mondo in continuo cambiamento, così da affrontare il futuro con fiducia, imparando a convivere con la complessità in cui siamo immersi.

Relazioni di fiducia
Il primo tema da sollevare è certamente quello della fiducia: la capacità di aprire, sviluppare e mantenere nel tempo relazioni di fiducia con i propri clienti e con tutti gli stakeholder, è il vero valore aggiunto riconosciuto agli intermediari assicurativi, che in questo momento storico, acquisisce un valore ancora più alto che nel passato.
Da qui nasce la prima domanda per riflettere:  se tutti gli intermediari sono capaci di mantenere relazioni di fiducia con i propri clienti, cosa rende unico il nostro team nel territorio dove opera? Quali sono i punti di forza, i talenti e le competenze che fanno la differenza per i nostri clienti, rispetto a ogni altro team che può entrare in contatto con loro? Cosa ci caratterizza e ci rende riconoscibili?
La risposta, se ci pensiamo, non è soltanto nei prodotti e nelle competenze. È nel mix unico e irripetibile legato al valore che solo quel team sa creare e di cui è indispensabile diventare consapevoli per poterlo narrare in modo distintivo.

Complessità: come affrontare l’ignoto?
Il secondo tema è la complessità: ci troviamo in un mondo interconnesso e interdipendente, dove tutto è in relazione con tutto e risulta sempre più difficile fare scelte in una situazione in continuo e imprevedibile mutamento. 
Si tratta, a questo punto, di decidere come si desidera affrontare l’ignoto.
Se percepiamo la complessità solo come pericolo per tutto quello che abbiamo creato finora, guarderemo all’ignoto con lo sguardo rivolto al passato, e, di conseguenza, le nostre scelte e le nostre azioni saranno volte solo a difendere, con rimpianto e talora aggressività, ciò che si è sempre fatto.
Possiamo invece decidere di affrontare l’ignoto con lo sguardo rivolto al futuro, scegliendo di vivere la complessità come luogo delle possibilità. Questo è l’atteggiamento che ci può sostenere nell’investire energie per cogliere e sfruttare le nuove opportunità, che proprio la complessità sa offrire.
La seconda domanda per riflettere che emerge a questo punto è: cosa desidero per me e cosa desidera il mio team per lavorare con soddisfazione e motivazione affrontando il cambiamento? Che mondo, quale vita professionale e personale desidero/desideriamo per me/per noi? 
Continuare a rinviare la risposta a questa domanda, che considero la madre di tutte le domande, significa correre il rischio di continuare ad andare controcorrente spendendo grandi energie con una ridotta probabilità di successo.
Come ha detto Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano in un recente incontro: “posso avere tutti gli strumenti del mondo, ma se non so che mondo voglio, non vado da nessuna parte”. 
Affrontare l’ignoto con fiducia comporta quindi imparare a lasciare spazio per ricevere dagli altri, a rendersi vulnerabili, ad aprirsi alla diversità, all’ascolto e alla disponibilità di cambiare opinione. Comprendere che solo facendo squadra potremo, insieme, co-creare il nostro futuro.

Essere Team
Fare squadra: tanti lo dicono ma ancora pochi lo sanno fare in modo pienamente efficace. 
Essere Team significa lavorare in un gruppo ristretto di persone con competenze e capacità complementari e comporta avere chiaro qual è il fine comune per cui si lavora, quali sono gli approcci che si condividono, sentendosi tutti responsabili gli uni verso gli altri.
Offre il vantaggio di ottenere risultati significativi, sentendosi reciprocamente impegnati a raggiungerli con senso di responsabilità individuale e collettivo, sapendo affrontare con confronti produttivi le diversità di opinioni e, soprattutto, potendo contare sui benefici generati dall’apertura di relazioni di grande fiducia all’interno del team.
Qui nasce la terza e ultima domanda per riflettere: sapete donare fiducia e fare squadra per co-creare il futuro in equilibrio dinamico? Sapete lasciare spazio per ricevere dagli altri e lasciarvi sorprendere?

Equilibrio dinamico
Il giornalista americano Thomas Friedman nel suo libro Grazie per essere arrivato tardi. Un ottimista nell’epoca delle accelerazioni, propone di affrontare la complessità attuale così come fanno le squadre di rafting nelle ripide del fiume: sono pienamente consapevoli della situazione, pagaiano alla stessa velocità della corrente o più veloci, e sono alla costante ricerca di un equilibrio dinamico.

Fare sistema
Equilibrio dinamico, da ricercare non solo con il nostro team di riferimento, ma facendo squadra in tutti i diversi contesti e livelli in cui operiamo, così da fare sistema. 
Solo facendo sistema sarà possibile far crescere la reputazione dell’intero settore finanziario presso i clienti sino a superare la soglia di sicurezza, che Reputation Institute fissa al di sopra del 70% nell’indice che presenta ogni anno. È da qui in poi che la reputazione inizia a fare veramente la differenza generando valore tangibile per il business di tutti i componenti del sistema.
Fare sistema ed essere team in costante equilibrio dinamico sono gli strumenti che possono fare la differenza nell’affrontare più efficacemente la complessità del nostro mondo in cambiamento continuo.

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