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Usa, misure per gestire il rischio terrorismo

Il Senato Usa ha rinnovato il Terrorism risk insurance act (Tria o Tripra) portando la durata fino al 2020, alzando il tetto di intervento del fondo e introducendo una maggiore partecipazione dei riassicuratori

Watermark vert
Dopo un periodo di attesa, e forse anche a seguito dei drammatici avvenimenti che hanno colpito recentemente la Francia, il Senato statunitense ha finalmente approvato il rinnovo del Terrorism risk insurance act fino al 2020, inviandolo al presidente Barack Obama per la definitiva ratifica.
L’approvazione del decreto, la cui validità era scaduta il 31 dicembre scorso, è rimasta in dubbio per un lungo periodo, durante il quale Democratici e Repubblicani si sono vicendevolmente accusati di averne bloccato l’iter, lasciando gli assicuratori del mercato americano esposti a imprevedibili accumulazioni di rischio nelle aree ad alta densità di popolazione, come le grandi città di New York, Chicago, Los Angeles.

Origine e ambiti della legge

Dopo l’attacco dell’11 settembre 2001 al World Trade Center, di fronte all’impossibilità di fornire copertura per il rischio del terrorismo da parte degli assicuratori americani, e nel timore che eventuali ulteriori attacchi potessero danneggiare in modo definitivo l’economia degli Stati Uniti, il Congresso emanò questa legge federale, a firma dell’allora presidente George W. Bush.
La legge fu ampliata nel 2005 e poi ancora nel 2007, quando prese l’attuale nome esteso di Tripra (Terrorism risk insurance program reauthorization act).
Veniva così imposto agli assicuratori operanti nel mercato americano di prestare copertura per il terrorismo, in cambio di un sostegno governativo determinato da un apposito budget, previsto a livello federale.
Questa sorta di fondo si applica esclusivamente ai rischi aziende (la linea persone non può dunque beneficiarne), solo nel caso in cui l’evento occorso sia stato classificato come atto terroristico da parte del Segretario al Tesoro, del Segretario di Stato o del Procuratore Generale degli Stati Uniti.
Perché ciò avvenga, è necessario che l’evento stesso soddisfi un certo numero di criteri.
Ad esempio, è previsto che l’attacco abbia causato danni a persone o cose all’interno del territorio degli Stati Uniti (inclusi vettori aerei, navali o altri presidi statunitensi) e per un importo complessivo superiore a un certo ammontare, che rappresenta il massimale ritenuto in proprio da ciascun assicuratore.
È anche previsto un ammontare cumulativo di perdite per l’intero mercato, al di sopra del quale scatta l’intervento del Tria. Tale ammontare è ora passato da 100 a 200 milioni di dollari, generando il timore che le compagnie di assicurazione più piccole non riescano a raggiungere la soglia minima per usufruire del supporto governativo, e siano in tal modo costrette a fronteggiare in proprio la copertura.

Le novità della nuova stesura

Negli Stati Uniti l’acquisto dell’assicurazione contro i danni causati da attacchi terroristici non è un obbligo, ma gli assicuratori sono obbligati a prestare questo tipo di garanzia, se richiesta. Pertanto, dal momento che i mercati riassicurativi sono restii a concederla, la prospettiva che venisse a mancare il supporto prestato dal Tria ha posto gli operatori del mercato in gravi difficoltà, poiché solo pochi di essi si erano premuniti adottando clausole di cancellazione della copertura, in caso di mancato rinnovo della legge da parte del Congresso.
Per fortuna la vicenda si è conclusa positivamente, ma questo travagliato rinnovo del Tria ha introdotto un certo numero di novità, oltre all’aumento del cumulo di danno previsto perché scatti l’intervento del fondo, di cui si è parlato.
Tra queste, la creazione di un Comitato consultivo sui meccanismi di condivisione del rischio, allo scopo di valutare la possibilità di una maggiore partecipazione all’assicurazione del terrorismo da parte dei mercati riassicurativi internazionali.
In particolare, la nuova stesura della legge auspica l’intervento di fonti alternative di capitali e nuovi strumenti finanziari cui trasferire parte del rischio, come le Insurance linked securities e altre tipologie di Cat bonds.
Il fatto che il Governo americano stia cercando di coinvolgere anche i mercati riassicurativi e finanziari è considerato molto incoraggiante da parte degli osservatori, che vedono di buon occhio una graduale riduzione del coinvolgimento dello Stato, e in definitiva dei contribuenti, nella gestione del rischio terroristico, specialmente in una fase di mercato caratterizzata da sovrabbondanza di capacità, com’è quella che stiamo attraversando.

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