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Solvency II: è finita l’attesa?

(V) We have to come back tomorrow. (E) What for? (V) To wait for Godot. (V) Well? Shall we go? (E) Yes, let's go. (N) They do not move.

Watermark 16 9
Fin dall'inizio abbiamo paragonato il percorso della direttiva Solvency II a Aspettando Godot, la celebre opera del maestro del teatro dell'assurdo Samuel Beckett; la storia di Solvency II, infatti, è costellata da continue accelerazioni e improvvise frenate legate prevalentemente al contesto economico- politico che ha caratterizzato gli ultimi anni. Le compagnie, proprio come Vladimiro ed Estragone, hanno vissuto nell'attesa che il Regolatore delineasse chiaramente il ritratto di Godot.

Tuttavia, come più volte ribadito all'interno di questa rubrica, le interim measures e le ultime notizie che giungono da Bruxelles hanno rilanciato le attività delle autorità di vigilanza nazionali. Dal tanto atteso accordo politico del Trilogo2 è possibile, infatti, respirare un'aria nuova, quella che accompagna un grande evento: l'entrata in vigore di Solvency II a partire dal 1° gennaio 2016. Le compagnie dovranno, quindi, dare nuovo impulso ai propri cantieri di lavoro; in particolare le aziende di medio-piccole dimensioni, che nell'attesa di Godot avevano abbassato l'attenzione sul tema, dovranno recuperare il terreno perduto in primis per quanto riguarda la Governance, il processo di pre-application e i quantitative reporting templates.

La piena adozione del nuovo sistema di vigilanza prudenziale sta obbligando le compagnie a rivedere il proprio modello di business. Tale processo non sarà però uguale per tutti; se in tema di governance e risk transparency tutte le compagnie saranno obbligate ad applicare i medesimi requisiti, per il primo pilastro (risk quantification) invece il Regolatore pone loro davanti a un bivio: chi sceglierà di adottare il modello interno dovrà affrontare un percorso più complesso che richiede una profonda revisione di tutti i principali processi aziendali ponendo la valutazione del rischio al centro delle scelte di business, dalla definizione del budget al pricing dei prodotti; diversamente, chi sceglierà di utilizzare la formula standard si troverà di fronte un cammino più semplice in quanto non dovrà necessariamente applicare i principi previsti dallo use test3.

Una cosa è certa: per capire se Solvency II si limiterà a essere una gattopardesca trasformazione formale (e dunque un'occasione persa) bisognerà attendere ancora molto. I suoi effetti saranno, infatti, condizionati da come le autorità di vigilanza nazionali ne guideranno l'applicazione, e potranno essere valutati solo in un'ottica di medio-lungo periodo.

1 V: Vladimiro; E: Estragone; N: Voce narrante 2 Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio Europeo 3 I principi dello Use Test richiedono alle compagnie di dimostrare che il Modello sia ampliamente utilizzato, che svolga un ruolo importante nel sistema di governance e che supporti il processo decisionale

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