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L’AI è un’opportunità, ma può dimostrarsi letale

La tecnologia sta abbattendo le barriere all’ingresso storicamente elevate del settore. La costruzione di organizzazioni pronte a utilizzare i vantaggi che derivano dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale è diventata vitale per assicurare un futuro alle compagnie assicurative - PRIMA PARTE

L’AI è un’opportunità, ma può dimostrarsi letale hp_vert_img
L’intelligenza artificiale sta trasformando molti business, abilitando algoritmi predittivi che modificano i modi in cui le aziende interagiscono con i singoli consumatori, grazie al miglioramento dei processi operativi e allo sviluppo di nuove forme di interazione quale per esempio il metaverso. Questa trasformazione pone le compagnie assicurative a un bivio: possono prendere un serio impegno per lo sviluppo dell’AI o ignorare questo cambiamento imminente e rischiare di perdere la capacità di competere con chi invece ci investe.
L’utilizzo dell’AI, grazie alla capacità di analizzare una grossa mole di dati, permette alla compagnia assicurativa che la utilizzerà di migliorare drasticamente la capacità di ottimizzazione delle vendite, la distribuzione, la definizione delle tariffe e la gestione dei sinistri. Tuttavia, essa dà origine a un enigma: l’intelligenza artificiale può trasformare il settore assicurativo, ma, per farlo, ha bisogno di dati, che è esattamente ciò che spesso manca agli assicuratori.
L’imperativo per i ceo è chiaro: è tempo di costruire organizzazioni pronte a sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale avendo chiaro dove queste applicazioni possono creare maggior valore.

La natura mutevole dei dati
Le compagnie assicurative hanno interazioni poco frequenti con i loro clienti e quindi hanno dati limitati su cui basare le loro decisioni di sottoscrizione, di definizione delle tariffe e di gestione dei sinistri. Gli operatori del settore più orientati all’AI, come le insurtech, hanno aggirato questo problema mettendo il digitale e i dati al centro dei loro modelli di business. Queste start up, lanciate e gestite da nativi digitali, hanno avuto un successo precoce, principalmente con l’assicurazione auto e casa.
La quantità di denaro che stanno raccogliendo (anche se in Italia è ancora limitata, ma in crescita) suggerisce che godono della fiducia degli investitori, che credono chiaramente nella capacità dell’AI di mutare il settore e catturare una quota sostanziosa del pool di profitti.

Gli incumbent possono e devono cambiare
Storicamente le compagnie registrano e usano molto parzialmente dati storici e statici che provengono da database di sinistri e dai questionari di sottoscrizione del rischio. Questa base di partenza è abbastanza limitante; le compagnie devono strutturare processi di raccolta di dati più ampi, per esempio, posizionandosi come membri di un ecosistema di informazioni sui consumatori. Possono formare partnership con aziende che hanno più prossimità, più punti di contatto con i clienti come società di ispezione domestica, produttori di dispositivi per la casa intelligente, Oem, agenzie di viaggio e altre organizzazioni, e lavorare con loro per creare profili di dati dei clienti più completi.
Laddove la condivisione dei dati a titolo definitivo non è possibile a causa delle leggi sulla privacy, approcci come l’apprendimento federato possono aiutare, arricchendo efficacemente i modelli di intelligenza artificiale senza un effettivo scambio di dati. 
In secondo luogo, le compagnie possono ottenere più dati dei clienti significativi sviluppando nuovi modi per aumentare le loro interazioni nei diversi touch point. 
Entrambi gli approcci possono fornire agli assicuratori le informazioni di cui hanno bisogno per implementare efficacemente algoritmi di AI. 
Alcune compagnie hanno già intrapreso questo percorso e stanno vedendo risultati estremamente positivi.

Investire con persistenza
Una ricerca suggerisce che la percentuale di compagnie assicurative che hanno riportato un impatto finanziario significativo (con una crescita di almeno l’1% dei loro margini Ebit) dai loro investimenti in AI è raddoppiata dal 10% al 20% negli ultimi tre anni. Questo impatto è rimasto al 10% per altri settori.
Per integrare rapidamente l’intelligenza artificiale nelle loro operazioni, le compagnie più innovative stanno adottando processi ben delineati partendo dalla identificazione dell’area in cui vogliono eccellere, implementando e migliorando incessantemente le soluzioni di intelligenza artificiale con un approccio di trial and error, utilizzando un mix di talenti interni ed esterni, tra cui insurtech e in alcuni casi istituzioni accademiche con approccio di open innovation.

Il ruolo dei vertici aziendali
Incrementando la basi di dati disponibili si riduce il costo dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e in questo modo si creano i presupposti per un vantaggio competitivo in aree chiave, come la distribuzione e i sinistri.
Ma, nonostante le potenzialità ormai conclamate dall’adozione dell’AI, il settore in generale continua a rimanere molto indietro in termini di investimenti. Il mercato dell’energia, ad esempio, investirà quasi otto miliardi di dollari in applicazioni di AI entro il 2024. Il mercato automobilistico, inclusi hardware, software e servizi, raggiungerà i 27 miliardi di dollari entro il 2025. Gli investimenti nel mercato dell’assistenza sanitaria erano di otto miliardi di dollari nel 2020 e si prevede che raggiungeranno i 194 miliardi entro il 2030. Come per tutte le grandi trasformazioni, il ruolo del vertice e quindi dei ceo è fondamentale per guidare e spingere il cambiamento, in assenza di questo ogni iniziativa di trasformazione fallisce.
La trasformazione che comporta l’introduzione dell’AI non è solo una questione di installazione di nuove tecnologie. Richiede alle aziende di sviluppare la giusta base di talenti e modelli operativi, di garantire una strategia e una governance efficace e di costruire le necessarie piattaforme digitali, di dati e di analisi e questo non può essere portato avanti da chi ha una visione di breve termine, è un processo lungo e articolato che necessita una sponsorship persistente e duratura.
Gli amministratori delegati non possono permettersi di delegare queste responsabilità. Allo stesso tempo, i ceo devono essere consapevoli che la trasformazione dell’AI, per avere successo, richiede investimenti consistenti e un tempo di decantazione non breve per potere realizzare il pieno valore della loro promessa. Ma la ricompensa sarà tale che sarà valsa la pena aspettare, poiché diversi use case hanno dimostrato che questi investimenti restituiranno un valore nettamente più alto degli investimenti stessi, in termini di tempo e denaro che hanno assorbito.

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