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Imprenditori italiani alla ricerca del pivot

La grande maggioranza delle Pmi affronta la ripartenza con una nuova sensibilità verso i rischi e per questo ha bisogno di consulenti capaci. Un ruolo che spetta anche ai broker assicurativi, che devono affiancare i decisori nell’individuare le aree di potenziale rischio e suggerire soluzioni di protezione

Imprenditori italiani alla ricerca del pivot hp_vert_img
In Italia ci sono oltre quattro milioni e mezzo di imprese che impiegano oltre diciassette milioni di addetti. Si tratta per lo più di micro imprese. Tra queste, le Pmi sono circa 150mila, occupano oltre 4 milioni di addetti e hanno un giro d’affari di circa mille miliardi di euro, che rappresenta il 14% del Pil italiano. Il sistema Italia è certamente retto dalle Pmi, ma anche dalle micro imprese a conduzione familiare.
E proprio da queste imprese si deve ripartire per dare vita a un nuovo Rinascimento italiano. Oltre seicento anni fa le botteghe artigiane, grazie a mecenati illuminati, contribuivano all’affermarsi di Michelangelo, Brunelleschi, Raffaello, Tiziano, facendoci uscire dal Medioevo. Oggi il ruolo di mecenate illuminato è in capo ai nostri governanti, alle grandi banche, compagnie assicurative e ai professionisti, banchieri, avvocati, commercialisti e broker che in esse operano.
Il sistema delle micro e piccole imprese italiane uscirà stremato e ridimensionato dalla pandemia, e per ripartire avrà necessità soprattutto di due cose: investimenti e protezione. Mai come in questo momento il ruolo delle banche e delle compagnie assicurative sarà centrale per la ripartenza. 
Gli imprenditori italiani sono avvezzi a farsi circondare da moltissimi professionisti (mediamente otto), salvo poi prendere le decisioni vitali per la propria impresa in sostanziale solitudine. Commercialisti, avvocati, notai, banchieri d’affari, consulenti finanziari, broker assicurativi, direttori finanziari, contabili, popolano il palcoscenico delle imprese italiane senza una regia se non quella dell’imprenditore.
Se da un lato questo può apparire come un limite del nostro tessuto imprenditoria-le dall’altro ne costituisce un punto di forza. È indubbio che alcuni settori usciranno forte-mente ridimensionati dalla pandemia, ma è altrettanto prevedibile che tanti piccoli imprenditori sapranno riparti-re come sempre è stato.
Gli imprenditori avranno però bisogno di professionisti validi che sappiano innanzitutto condurli in modo sano nel mondo del credito e della finanza straordinaria (Corporate e investment banking e merger & acquisition) ma anche di professionisti che sappiano proteggere i loro investimenti e il loro patrimonio, anche e soprattutto umano.
Ebbene, in questo contesto il ruolo del broker assicurativo, interlocutore privilegiato per imprese e imprenditori, sarà centrale. Il suo ruolo sarà tanto più rilevante quanto più sarà in grado di affrontare con l’imprenditore alcuni temi non più procrastinabili.
Le piccole e medie imprese impiegano l’82% dei lavoratori e rappresentano il 92% delle imprese attive. Quasi sempre sono gestite da una o due figure chiave, che ricoprono cioè un ruolo fondamentale nell’azienda e che difficilmente è sostituibile. Possono essere uno dei soci fondatori, l’amministratore, un dirigente ma anche un commerciale con un portafoglio di particolare valore o un tecnico con competenze difficilmente replicabili. È sorprendente constatare che meno del 5% delle Pmi abbia preso in considerazione una polizza assicurativa Key man e meno dell’1% ne abbia una attiva. La polizza è deducibile fiscalmente e mediamente con 3 mila euro il capitale assicurato arriva a 1 milione. Se non ora quando? 

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