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Banche e rinascimento

Il sistema bancario va verso una maggiore aggregazione in gruppi di grandi dimensioni. Ma, in parallelo, la crisi portata dalla pandemia da un lato aggrava la situazione dei crediti deteriorati e dall’altro ha fatto aumentare i risparmi che giacciono nei conti correnti, risorsa potenziale per la ripartenza del Paese

Banche e rinascimento hp_vert_img
Le banche stanno affrontando la più grande rivoluzione dal dopo guerra. L’intero sistema bancario si sta ridefinendo e le aggregazioni tra gruppi troveranno il loro culmine nel 2021, anche se il processo durerà almeno fino al 2025.
In tutto questo grava sulla testa delle banche una nuova ondata di Npl (Non Performig Loans) la cui portata sarà quantificabile solo alla scadenza delle moratorie. 
Tre sono le sfide che attendono al varco le banche.
La prima è l’ottimizzazione del modello di servizio, che passa per forza da una maggior proattività e attrattività delle proposte di investimento al fine di intercettare e convertire in risparmio gestito ben 1.700 miliardi di euro giacenti sui conti correnti. Per fare questo servono professionisti competenti e proattivi che contribuiscano ad allungare l’orizzonte temporale degli investitori italiani, oggi fermo a due anni contro la media europea di 3,5 anni. Cercasi quindi botanici, che spieghino che non basta piantare un bulbo per vedere crescere un fiore ma occorre anche accudirlo, proteggerlo dagli eventi esterni e attendere che metta i primi germogli senza fretta. Le filiali bancarie saranno ridotte di almeno un terzo nei prossimi cinque anni e alleggerite nelle dimensioni, dovranno essere presidiate dai migliori professionisti in grado di focalizzare la loro attenzione sui clienti più esigenti e patrimonializzati. La clientela di fascia più giovane o con esigenze più basiche accederà alla banca sempre più attraverso il canale digitale, da cui sarà anche possibile effettuare investimenti grazie a sistemi automatizzati di robo advisory sul modello di Charles Schwab. Gli Etf (Exchange Traded Funds) cresceranno sempre di più in questo tipo di proposte lasciando spazio solo ai migliori prodotti di investimento attivi. 

Essere più forti per aiutare il Paese
La seconda sfida è continuare a dare un fattivo contributo al Paese nella fase di ricostruzione economica: questa seconda sfida è ineludibilmente legata alla prima. Le migliori banche italiane potranno aiutare le imprese e le famiglie solo grazie a bilanci in utile e a riserve derivanti in larga parte dalle divisioni che si occupano di wealth management e consulenza finanziaria. 
La conversione dei 1.700 miliardi di euro giacenti su conti correnti in risparmio gestito indirizzato all’economia reale è il vero bandolo della matassa. “Le scelte di investimento non sono più solo un atto privato, ma hanno un impatto collettivo e gli investitori hanno una responsabilità importante nelle loro scelte. Pertanto, oggi più che mai si può creare congiuntamente valore sociale e valore economico se si dirigono in modo consistente le risorse verso aziende che abbiano nel loro core business l’obiettivo di costruire modelli di business che siano di interesse per l’intera società”. (Luciano Balbo e Lorenzo Allevi di Oltre Venture). E ancora: “La forte solidità finanziaria del nostro gruppo ha consentito alla banca di promuovere numerose iniziative a sostegno di privati e aziende”, Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo, 4 febbraio 2020. 

L’assicurazione per proteggere le imprese nel rilancio
La terza sfida è quella della protezione delle imprese e delle famiglie, e qui entrano in campo le compagnie di assicurazione e gli accordi di bancassicurazione.
Si è appena innescato un processo di razionalizzazione degli accordi tra compagnie e banche che porterà a un’ulteriore concentrazione dei player da entrambi i lati. È possibile stimare che nel nostro Paese entro il 2025 avremo cinque o sei gruppi bancari e altrettante compagnie assicurative a cui farà capo oltre l’80% del mercato. Il rimanente 20% sarà appannaggio di banche e compagnie fortemente specializzate su particolari segmenti di clientela o di servizi.
Il tema della protezione è centrale per le imprese e per il rilancio dell’economia in chiave di continuità gestionale. In Italia abbiamo il 95% di imprese con dieci dipendenti dove la figura dell’imprenditore è centrale e spesso insostituibile. Il potenziale delle polizze assicurative key man è solo un esempio tra i tanti delle occasioni che banche e assicurazioni non possono lasciarsi sfuggire.
Prevediamo che un ruolo centrale nel nuovo scenario lo potranno giocare, a fianco delle banche e delle compagnie assicurative, le reti dei consulenti finanziari e i broker assicurativi. In entrambi i casi si tratta di realtà popolate da professionisti dotati di grande professionalità e di spirito imprenditoriale, entrambi necessari per il rilancio del nostro Paese.

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