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Riforma Rc auto, Ania è contraria

La legge limiterebbe la libertà tariffaria e si porrebbe in contrasto con le normative europee

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L'idea di un premio base uniforme a livello nazionale per gli assicurati Rca cosiddetti virtuosi è lesivo della libertà delle imprese in materia contrattuale e tariffaria nonché contrario alle norme europee. Un obbligo di tariffa di questo tipo determinerebbe, di fatto, un blocco tariffario, anch'esso contrario alla normativa europea, "non essendo previsto dalla proposta di legge che la sua applicazione sia subordinata al requisito di possedere, oltre che la stessa classe di merito, anche stesse caratteristiche soggettive". 

Con questa tesi l'Ania si è mostrata fortemente contraria alla nuova proposta di legge di riforma del sistema Rc auto. La posizione, già nota, è stata esplicitata dal direttore business auto di Ania, Umberto Guidoni, nel corso dell’audizione alla VI commissione Finanze della Camera dei deputati. La proposta di legge, secondo Ania, viola norme comunitarie e nazionali, e sarebbe in contrasto con gli articoli 3 e 41 della Costituzione. Qualora passasse, Guidoni fa notare che potrebbe essere oggetto di immediata impugnazione nelle competenti sedi giudiziarie. Inoltre, la legge fallirebbe il suo obiettivo: mentre potrebbe esserci una riduzione del prezzo per alcuni assicurati, contemporaneamente causerebbe un "insostenibile innalzamento del premio per poche altre categorie". 

Il ddl, continua Guidoni, intervenendo in modo a-tecnico, non propone i necessari interventi strutturali in grado di impattare sull'elevato costo dei risarcimenti: "senza questo tipo di interventi sulle cause socio-economiche del livello del prezzo Rc auto sarà impossibile la diminuzione del costo totale dei sinistri, che è la componente principale del fabbisogno tariffario, che rimarrebbe in tal modo invariato".
Il premio base uniforme non tiene conto che le tariffe sono calcolate sulla base di molteplici dati che definiscono il rischio e che sono legati sia alle caratteristiche soggettive del proprietario del veicolo, come l'età, la professione, il modo d'uso e i tempi di utilizzo o le percorrenze, i comportamenti di guida, sia a caratteristiche oggettive dello stesso veicolo assicurato (potenza, tipo di alimentazione del motore, sistemi di sicurezza in dotazione, ecc.). 

Negli ultimi sette anni, ricorda poi Guidoni, il premio medio Rc auto è già diminuito del 28,6% raggiungendo i 405 euro, mentre anche il gap tra il premio medio italiano e quello europeo si è notevolmente ridotto: dai 213 euro della media 2008-2012 ai 72 euro del 2018. Anche la differenza di costo dell'assicurazione tra tra le province italiane è diminuita di oltre il 40% per effetto della concorrenza e della tecnologia, malgrado in talune parti d'Italia la frequenza sinistri si mantenga su livelli quasi doppi rispetto alla media nazionale. 
"Questo andamento - chiosa Guidoni - può essere migliorato anche con adeguati interventi normativi; tuttavia rileviamo che il disegno di  legge in esame rischia di produrre effetti contrari a tale importante obiettivo, determinando invece un aumento generalizzato dei prezzi, in particolare a carico delle aree territoriali con più bassa incidentalità, dei neo-patentati e di coloro che abbiano provocato anche un solo sinistro negli ultimi due anni".

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