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Pir, domanda potenziale da 88 miliardi di euro

Secondo le stime di Prometeia, la crescita sarà condizionata dalla capacità delle imprese di finanziarsi sul mercato

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Un inizio col botto, e anche i prossimi anni potranno regalare soddisfazioni. Dopo una raccolta superiore ai dieci miliardi di euro, Prometeia ha stimato che la domanda potenziale per i Pir potrà attestarsi in un intervallo compreso fra 34 e 88 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Il dato, calcolato sulla base delle esperienze che si sono avute all’estero con prodotti analoghi, è stato presentato ieri nel corso del Focus Pmi promosso da Ls Lexjus Sinacta, in collaborazione con la società di consulenza e Banca Mediolanum.
Considerando anche lo spostamento di risorse già esistenti, i Pir hanno attratto complessivamente fondi per 15,8 miliardi di euro nel loro primo anno di attività. Eppure, nonostante questa mole ingente di liquidità, l’impatto sull’economia reale è rimasto ancora marginale. E resterà tale se le imprese non si dimostreranno propense a finanziarsi sul mercato. Nella sua analisi, focalizzata su un target di imprese con rischio non elevato e fatturato compreso fra 50 e 500 milioni di euro, Prometeia ha evidenziato un funding gap complessivo di 33 miliardi di euro: affinché la domanda potenziale degli investitori possa essere soddisfatta, è necessario che circa la metà delle imprese si dimostri pronta e disponibile a cercare nuovi capitali sul mercato, rompendo così il bancocentrismo tipico del nostro sistema produttivo.
Ecco allora che la sfida, per l’industria del risparmio gestito, diventa quella di riuscire a intercettare questo trend per veicolare il risparmio di investitori istituzionali e retail nell’economia reale. L’avvicinamento delle pmi al mondo finanziario sembra ormai maturo. Magari con il fattivo contributo dei Pir.

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