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Il cyber risk non spaventa le compagnie

Secondo un'indagine dell'associazione, la percezione della minaccia resta bassa

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Niente panico sul fronte del cyber risk. Nel suo ultimo bollettino periodico, l’Ania ha pubblicato i primi risultati di un’indagine conoscitiva avviata a ottobre per analizzare la percezione del rischio informatico fra le imprese italiane. Il quadro che ne emerge è quello di un settore che sembra quasi snobbare la minaccia: metà del campione ha definito il cyber risk un’eventualità di media gravità (50%), l’altra metà si è distribuita fra rischio basso (40%) e addirittura molto basso (10%). Nessuna impresa ha voluto selezionare le opzioni di rischio alto o molto alto.
Il mercato pare tuttavia destinato a un’ulteriore espansione, visto che la crescente digitalizzazione comporterà un più alto livello di rischio. Pesa poi l’imminente introduzione del nuovo regolamento sulla protezione dei dati personali, il cosiddetto Gdpr: la quasi totalità del campione è convinta che la novità comporterà una consistente crescita del settore.
Le opportunità di mercato, tuttavia, non sembrano andare di pari passo con l’aumento del rischio. E un accordo pressoché unanime, a tal proposito, è emerso sulla complessità di questo genere di coperture: alla base del risultato, si legge nell’indagine, ci sarebbero la scarsità di dati e la velocità con cui si evolve questo genere di minacce.

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