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La tecnologia cambia la domanda di lavoro

Convegno Cnel su impatto digitalizzazione

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Solo l'1,5% dell'occupazione italiana, nel periodo 2011-2016, è stato interessato dal fenomeno della disoccupazione tecnologica. È quanto emerge da ricerche presentate, ieri a Roma, da Inapp e Ocse, nel corso del convegno organizzato dal Cnel, dal titolo L’Impatto dei processi di digitalizzazione su professioni e occupazione, a cui hanno partecipato istituzioni, esperti e soggetti sociali.
Anche se fino ad ora, non c'è evidenza di disoccupazione tecnologica di massa, le nuove tecnologie stanno modificando la domanda di lavoro. In particolare, le professioni che crescono sono quelle a contenuti cognitivi e non ripetitivi, quali addetti al marketing, tecnici della produzione, progettisti di software, mentre si contraggono quell composte da mansioni manuali e ripetitive, quali muratori, manovali, contabili e addetti a mansioni di segreteria.
Un dato fondamentale per le scelte di politica economica, del lavoro e della formazione, che dovranno tendere verso la creazione di nuove competenze e un aggiornamento professionale continuo, tarato sulla crescita della persona e sulla tutela delle transizioni, creando soluzioni personalizzate e più partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese.

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