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Italia, nel 2014 salari a +2,5%, crescono più del tasso d'inflazione

È quanto prevede uno studio realizzato recentemente da Tower Watson sull'argomento

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Secondo l'indagine Salary budget planning report, condotta recentemente da Towers Watson, in Italia le retribuzioni registreranno un aumento del 2,5% complessivo nel corso di quest'anno. Secondo questa prospettiva, si tratterebbe di una crescita a un ritmo superiore a quello del tasso d'inflazione. La società di consulenza compara questo dato con quello relativo alla crescita del Pil italiano, che comunque dovrebbe tornare positivo (0,5%, contro il -1,9% del 2013), sebbene il tasso di disoccupazione è previsto in aumento dello 0,1%, portandosi al 12,5%. Le previsioni sulla crescita delle retribuzioni sono in linea con quelle delle maggiori economie dell'Area Euro: pressappoco lo stesso incremento si dovrebbe verificare in Francia e Spagna (+2,6%), mentre in Germania è previsto un aumento superiore (+2,9%).
Nel Regno Unito, invece, l'inflazione annullerà gli effetti degli aumenti salariali: 2,5% di crescita delle retribuzioni a fronte di un livello di inflazione che dovrebbe attestarsi intorno al 2,7%. Fra i paesi dell'Unione Europea, gli aumenti salariali più marcati si avranno in Austria (+3%) Estonia (+4,3%), Polonia (+4%) e Romania (+3,3%), mentre fra quelli extra UE svettano Russia (+8,5%), Ucraina (+7,7%), Turchia (+7,5%).
Ancora una volta - spiega Edoardo Cesarini, country leader talent & rewards di Towers Watson - l'indagine evidenzia come le aziende italiane siano ancora prudenti nel concedere incrementi salariali, anche se il basso tasso d'inflazione in parte compenserà questa prudenza. Le migliori previsioni in merito al Pil non producono effetti sul tasso di disoccupazione che resta elevato. Anche quest'anno in molti dei Paesi in via di sviluppo si registrano importi superiori rispetto a quelli che si hanno nei Paesi dell'Europa Occidentale. Si tratta - conclude - di una tendenza che proseguirà anche nei prossimi anni e che contribuirà a migliorare il tenore di vita in quei Paesi e a ridurre il differenziale retributivo tra est e ovest".

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