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Poche tutele contro la perdita del reddito

Secondo un’indagine di Zurich, giovani e donne risultano i più esposti al rischio

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Ancora poca consapevolezza sul rischio della perdita di reddito da lavoro. Secondo la terza parte del Report internazionale sul rischio di perdita del reddito da lavoro, indagine condotta da Zurich in collaborazione con la Smith school of enterprise and environment dell’Università di Oxford, la minaccia è concreta. E risulta amplificata dal progressivo arretramento del sistema pubblico nella tutela dei cittadini. Eppure, la cognizione del rischio risulta ancora scarsa.
La minaccia maggiore pende su giovani e donne, ossia proprio sulle categorie che prestano la minor attenzione al rischio. Alla base del risultato ci sono soprattutto precarietà, lavoro part-time e disoccupazione, fattori che non consentono di fare programmi a lungo termine e, di conseguenza, di tutelarsi in maniera adeguata contro i possibili rischi. Pesano in positivo, invece, l’esperienza personale, la struttura familiare e, paradossalmente, gli alti livelli di reddito: al miglioramento della condizione economica corrisponde infatti un più alto livello di consapevolezza del rischio e, di conseguenza, una maggior propensione a cercare di limitare la minaccia.
A detta del rapporto, per invertire il trend sarebbe necessaria una proficua collaborazione fra pubblico e privato che fosse in grado di presentare soluzioni percorribili e favorire la diffusione di stili di vita sani e corretti. Miglioramenti possono arrivare anche da un accresciuto livello di trasparenza e chiarezza delle polizze: soluzioni poco comprensibili possono infatti provocare una naturale reazione di rifiuto verso ciò che non riesce a capire immediatamente.

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