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Il modello Cineas per valutare i danni post-sisma

Il consorzio universitario, in occasione dell'anniversario del terremoto de L’Aquila, lancia un appello per favorire pratiche di gestione tra pubblico e privato

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In occasione dell’anniversario del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009, il consorzio universitario Cineas ha diffuso un comunicato in cui ricorda il lavoro svolto dai propri tecnici nelle aree colpite. Il consorzio universitario si è occupato della verifica delle pratiche di risarcimento presentate dai cittadini, valutando l’aspetto della congruità economica delle richieste. Complessivamente Cineas con la sua attività ha conseguito significativi risultati di efficienza: ha valutato 19.716 pratiche, per un totale di contributo richiesto pari a 3,1 miliardi di euro. Di questa cifra, sono stati considerati non ammissibili 413 milioni di euro, ovvero non il 13,3% del totale. Il costo della struttura che il consorzio ha messo a disposizione per il controllo  è stato di 12 milioni di euro.
Dopo quello de L’Aquila, come noto, diversi altri terremoti hanno colpito il territorio italiano: secondo Cineas, per rispondere alla necessità di una governance unitaria che garantisca risarcimenti tempestivi e trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici si potrebbero mutuare alcune efficaci procedure adottate in Abruzzo dopo il sisma del 2009.  “Il modello adottato dal consorzio per la ricostruzione post sisma in Abruzzo – si legge nella nota di Cineas – ha portato un risparmio delle risorse pubbliche, con un contributo di trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici in favore dei cittadini realmente danneggiati”.  Il valore dell’attività della filiera è stato evidenziato anche da un’indagine della Guardia di Finanza. A conclusione dell’incarico di Fintecna, ReLuis e Cineas, nel triennio 2014-2015-2016, su 112 milioni di euro di contribuiti per lavori di ricostruzione post-terremoto dell’Aquila pubblica e privata, ben 85 milioni sono risultati richiesti o percepiti in modo illecito (i tre quarti). Secondo Cineas, la vera prevenzione del rischio da calamità naturali richiede l’approvazione di un provvedimento legislativo per il finanziamento dei danni che non ricada esclusivamente sullo Stato.  “Dal 1970 a oggi – osserva il consorzio – tra i dieci eventi sismici, avvenuti in Europa, che hanno causato le peggiori perdite economiche, sei si sono verificati in Italia. Purtroppo, nonostante l’elevato livello di esposizione al rischio del nostro territorio, in Italia meno dell’1% degli edifici residenziali è assicurato contro il rischio sismico”.

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