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Consob, no al tetto ai titoli di Stato

Il presidente della commissione, Giuseppe Vegas, boccia la proposta di limitazione dell'esposizione in bond governativi nazionali di banche, compagnie e fondi: una misura che avrebbe effetti negativi sulla sostenibilità del debito pubblico

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Introdurre un tetto all’esposizione degli investitori istituzionali in titoli di Stato comporterebbe “una nuova ondata di turbolenze e instabilità sul mercato dei titoli pubblici”. Lo stop a ogni iniziativa di limitazione in questo senso arriva dalla Consob, durante l’annuale incontro con la comunità finanziaria del presidente, Giuseppe Vegas, che si è tenuto questa mattina, lunedì 9 maggio, in Borsa Italiana a Milano.  

Il numero uno dell’istituto che vigila sulle società quotate respinge la proposta che periodicamente giunge in sede europea e che incontra la contrarietà della maggior parte dei governi. Vegas ha ricordato come una riforma dell’asset allocation di questo tipo “avrebbe l’effetto di avvantaggiare gli Stati con rating più elevati” e creare grossi problemi a Paesi, come l’Italia, il cui rating sui bond governativi (in zona B) non è al top. 

Una limitazione di questo tipo colpirebbe in maniera eccessiva banche e assicurazioni italiane che sono piene di titoli di Stato nazionali e che si vedrebbero costrette a vendere in maniera frettolosa. Dalla turbolenza sui mercati ne deriverebbe un aumento dei tassi “che – ha precisato Vegas – avrebbe effetti negativi sulla sostenibilità del debito pubblico”.

Una limitazione su questa classe di attivi, tuttavia, ha ammesso Vegas, “in astratto potrebbe avere l’effetto positivo di dare maggiore efficacia alla politica monetaria”; ma sarebbero comunque più gli svantaggi che i vantaggi. Soprattutto in un quadro congiunturale definito oggi di “difficile interpretazione”. Vegas ha ricordato come le aspettative degli operatori continuino a mutare, con una volatilità molto accentuata “soprattutto nell’Area Euro, che si è rivelata debole e altalenante”, con il risultato di Stati e imprese più indebitati e mercati finanziari più fragili e volatili. 

In questo contesto, “la domanda di investimenti è insufficiente per assorbire il risparmio disponibile” proprio mentre i risparmiatori italiani devono acquisire consapevolezza ma anche  fiducia nei propri investimenti. Ecco quindi che il presidente di Consob ha lanciato tre consultazioni pubbliche: la prima mira a “definire e standardizzare i contenuti delle ‘avvertenze per l’investitore’, per offrire informazioni più chiare, sintetiche ed esaustive sui principali fattori di rischio” dei prospetti. 

La seconda riguarda “le informazioni chiave da offrire ai clienti al dettaglio nella distribuzione di prodotti finanziari” e vuole contribuire alla creazione di “schede prodotto” in grado di “rappresentare in modo chiaro e conciso le caratteristiche principali degli strumenti offerti, i loro rischi, i costi e i rendimenti attesi”. 

La terza raccomandazione riguarda la “distribuzione degli strumenti finanziari attraverso la quotazione diretta su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione, anziché attraverso il tradizionale collocamento presso gli sportelli (bancari, ndr)” per assicurare una distribuzione dei prodotti e una formazione del prezzo “più trasparenti”. Il prospetto informativo, secondo Vegas, “rimane un documento troppo lungo e complesso per poter essere letto e pienamente compreso dal risparmiatore”. 

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